Lettera - La politica che non mangia

La notizia arriva nella sera: Rita Bernardini ha mangiato 30 grammi di tarallucci prelevandoli dal distributore automatico della sede del Partito Radicale. Ora, non siamo certo al livello delle baccanali di Fiorito o dei tuffi di Formigoni, né di quei gossip imperdibili su Minetti, Ruby e compagnia cantando che riempirebbero le pagine dei giornali per settimane; però è una notizia che meriterebbe un po’ di attenzione. Non foss’altro perché la deputata radicale, insieme a Irene Testa e Maurizio Bolognetti, anche loro Radicali, digiunavano da ben 41 giorni. Perché? Per i diritti (violati) dei detenuti delle carceri italiane. E perché hanno smesso il loro digiuno? Perché si è aperto uno spiraglio parlamentare a proposito del diritto di voto per quei reclusi che ne abbiano facoltà. Ma, ahinoi, i diritti non fanno notizia. Né tantomeno i digiuni. Da noi si parla soltanto di quelli che si abbuffano e che i diritti li calpestano; di quegli altri, di quegli “ultimi”, di quelli che non mangiano per fare della politica ancora una cosa bella, meglio non parlare.
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