Lettera - Le metamorfosi del Professore

L'immagine del «sobrio, formale e coerente», si è prima appannata e ora è definitivamente evaporata. La manovra del Professore mira a scalzare i concorrenti e a diventare presidente del Consiglio, anche se l'esito delle votazioni lo indicasse come quarto. Per questo la tattica di un pugno e poi di una carezza, a sinistra e poi a destra, a seconda dell'occasione e dell'argomento. Promesse e populismo rinfacciate a Berlusconi e a Grillo sono diventati il suo linguaggio preferito. Ma a parte l'agenda, non sappiamo ancora, con esattezza e numeri alla mano, qual è il programma e perché dovremmo votare un «leaderino», dopo che ci ha messo nella recessione più pericolosa e continua a parlare della seconda parte dell'iniziale programma (la ripresa), mai affrontata nel suo primo anno. Allorché godeva di un accordo in Parlamento, che non riuscirà ad avere dopo le elezioni. Bene ha fatto Bersani a chiarire che chi riceverà più voti diventa premier, a prescindere dall'esito al Senato. Speriamo che il presidente della Repubblica, che non ha voluto fare altre nomine di senatore a vita (Pannella la meritava), non ci riservi altre sorprese.
Aldo Castellari
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