Lettera - "Matti in libertà" o l'inganno della legge Basaglia

Cara Europa, ho il piacere di mandarvi una copia del libro di Maria Antonietta Farina Coscioni, deputata radicale nel Pd - intitolato Matti in libertà-l'inganno della "legge Basaglia"- degli Editori internazionali riuniti (p.290 €15). Il libro ha una postfazione di Sergio Staino e, come dice un sommario in copertina, sopra l'immagine di un uomo incatenato a una caviglia, racconta come il percorso interrotto della legge Basaglia è ricaduto su uomini e donne in tutta Italia, vittime innocenti di un iter legislativo che non ha cancellato gli ospedali psichiatrici giudiziari. Il libro è il reportage di storie di internati e delle loro famiglie. Vi sarei grato se poteste dedicargli una vostra recensione, sapendovi attenti alle problematiche sociali.
Michele Altobelli, Firenze
E ai diritti civili, caro Altobelli. “Problematiche sociali e diritti civili”. Forgiando questo binomio
è cambiata la lotta politica in Italia nella seconda metà del Novecento. Purtroppo oggi non ho la
possibilità di recensire il libro, perché, come può vedere dalla prima pagina di Europa, ho altri
impegni che riguardano gli stessi temi sociali e civili per i quali Maria Antonietta Farina Coscioni
e gli altri suoi colleghi radicali e laici stanno combattendo alla camera: i temi del testamento
biologico e della manovra clerico-bungabunga, diretta a privarne gli italiani. Recensirò il libro non appena ne avrò la possibilità. Ma non ho voluto far passare la giornata di oggi senza almeno questa citazione, visto anche che si va verso le vacanze e ci si potrebbe dimenticare di queste cose tremende. Che, già di loro, sono minoritarie nell'interessamento collettivo.
Voglio dire al lettore, quasi seguendo l'indice, che il libro, oltre alla premessa, raccoglie la materia in alcuni capitoli intitolati “Alcune storie”, “Matti in parlamento”, “Dai manicomi agli Opg”, “Gli Ospedali psichiatrici giudiziari”, “Il ricovero volontario e coatto peri malati in Francia, Germania e Svizzera”, “La disciplina degli ospedali psichiatrici giudiziari (Francia, Germania, Regno Unito, Spagna), “Emergenza da matti” ; e poi, dopo una postfazione di Sergio Staino, alcuni allegati: il decreto del presidente del consiglio 1 aprile 2008 allegato C; l'intervento di Marco Pannella alla camera il 28 aprile 1978; la sentenza della corte costituzionale n. 367 del 2004; il Rapporto del commissario per i diritti umani del Consiglio d' Europa; Il governo e la sanità penitenziaria; le persone ristrette negli Opg al 30 maggio 2011. E poi biografia, ecc. A proposito: ho appena finito di ascoltare il notiziario delle 14 di Radio Radicale, che, con la voce del presidente dell'Inail, annuncia per la prima volta in Italia (nel 2010) un numero di morti sul lavoro inferiore a 1000, poi apro il libro che lei mi ha inviato, e leggo nelle prime righe: «Il dispaccio dell'agenzia Ansa è secco, “neutro”, proprio per questo ancor più colpisce e ferisce: nell'ospedale psichiatrico giudiziario (Opg) di Aversa si è consumata l'ennesima tragedia: un giovane quasi trentenne è morto. Si aggiorna così il triste bollettino del 2011, che registra ben 4 decessi in poco più di quattro mesi, tre dei quali per suicidio». Il dramma, che qui resta sui "piccoli" numeri, si rinnova continuamente nelle carceri sovraffollate di detenuti: ogni tanto un morto, più spesso un suicida, sempre decine di migliaia di uomini ammassati in condizioni disumane, per i quali Marco Pannella è in sciopero della fame (e a tratti della sete) da oltre due mesi. Non tutti amano l'amnistia, anche chi scrive ha qualche perplessità su quell'istituto, ma un'azione di governo che miri almeno alla decompressione delle carceri sarebbe quasi universalmente accettata: depenalizzare, è questa la parola chiave di un sistema come quello italiano che s'inventa addirittura leggi criminogene. Credo che il problema posto agli italiani da Pannella e quello che la onorevole Coscioni illumina con questo libro, dovrebbero far parte di un'unica politica. Mi domando: e se un giorno il Pd indicesse una conferenza nazionale su questi due problemi, aperta all'università, alla scienza, alla politica, alle esperienze straniere? Nei primi dieci anni della repubblica si faceva così coni grandi temi dello sviluppo, agricoltura, lavoro, mezzogiorno, previdenza, abitazione. Qualcosa allora, mi par di ricordare, passò dalle chiacchiere alla politica. Hai visto mai...
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