Lettera - Ma siamo sicuri che i radicali siano di sinistra?

Caro Serra, e così il Vaticano e le gerarchie ecclesiastiche hanno espresso il loro favore nei confronti di Monti, con quella consueta univoca ingerenza che soltanto nel nostro Paese genuflesso trova un gamete fecondabile. I maligni vociferano che questo appoggio sia il frutto prima del fatto che Monti, nel passato governo tecnico, abbia inserito due o tre ministri in odore di santità e poi che da quel governo siano arrivati alla Chiesa tanti sconti (Imu) e regali (fondi svariati e 8xmille). Negli altri schieramenti, se Berlusconi è furente, Bersani deve essere quanto meno spiazzato, lui che ce l'ha messa proprio tutta a «moderare» la sinistra e a conciliare l'inconciliabile. Perché il leader dello schieramento che più ci piace (o meno ci dispiace) non libera tutta la sua laicità repressa e invoca un'alleanza con i radicali? Ne gioverebbero la radicalità della sinistra e la «sinistrità» dei radicali. Matteo Wells
Caro Wells, la «sinistrità» dei radicali mi sembra perfino più opaca della «laicità» del Pd. Sulle questioni sociali (disuguaglianza economica, garanzie sul lavoro eccetera) il pensiero radicale è più o meno inesistente. È soprattutto questo, credo, ad avere reso così precario, nei decenni, il rapporto tra i radicali e la sinistra italiana.
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