Lettera - Giustizia e carceri, fermare subito Pannella contro l'assuefazione al peggio

Al direttore - Marco Pannella è in sciopero della sete, e con lui molti avvocati penalisti portano avanti uno sciopero della fame a staffetta nella comune considerazione che il carcere italiano rappresenti uno dei costi esterni, tra i più iniqui e trascurati, del legiferare e governare emergenzialista e panpenalista vigente nel nostro paese. Anche il decreto sviluppo, sul quale il governo ha appena ottenuto la fiducia, laddove introduce il famigerato silenzio assenso per il rilascio del permesso di costruire, contiene una previsione in base alla quale il professionista che attesta la regolarità e la conformità dell'intervento edilizio rispetto a tutte le norme incidenti - sostituendosi in questo modo a una Pubblica amministrazione che sembra si possa "riformare" soltanto attraverso la deresponsabilizzazione dei suoi uffici - se sbaglia, rischia la reclusione in carcere da uno a tre anni. Non sarebbe il caso, che il governo offrisse ai cittadini le necessarie garanzie sulla regolarità dei provvedimenti amministrativi, senza ricorrere al bracardiano, travaglista e dipietrista "in galeraaaa"?
Marco Eramo
Bisogna fermare Pannella contro l'assuefazione al peggio. Non è un impostore, come molti idealisti. Assume la politica come calcolo morale, come implicazione e rischio personale, da decenni. Vanno accolte le sue richieste, che sono realiste e giuste. Alfano ha fatto bene a visitarlo. Ora bisogna agire per risolvere la situazione.
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