Lettera - Draghi e Pannella hanno fatto bene

Dalla Rassegna stampa

Cara Europa, non so perché abbiate taciuto sull'episodio di venerdì dei cinque parlamentari radicali, che, rompendo il fronte delle opposizioni rimaste fuori dell'aula per far mancare il numero legale, sono entrati in aula, sia pure per votare contro la fiducia al governo Berlusconi. Secondo me, la stella polare della politica radicale è quella di farsi vedere a ogni costo: piccola minoranza, fanno come quel poeta che individuava il fine della poesia nel «meravigliare». Così Pannella, pur sapendo che l'intera classe o casta politica è invisa agli indignati, va nel loro corteo, consapevole non solo di essere l'unico politico presente ma anche persona sgradita, e come tale accolta o, meglio, insultata. Sono cose minori, se vogliamo, nel quadro dei problemi italiani, ma mi premeva ricordarli.
Franco Di Lena, Ferrara

Caro Di Lena, non li direi problemi minori in una democrazia che, come la nostra, sta boccheggiando (tra parentesi, Europa ha dedicato sabato una delle sue tre news analysis di politica interna proprio alla difficile convivenza tra Pd e radicali). Problema non semplice, ma nemmeno da snobbare: pensi al significativo silenzio di Emma Bonino, che si prolunga da giorni, e ai non infrequenti auspici di avere a capo del governo una donna, come in Germania e in altre democrazie, e all'indicazione della Bonino fra le donne che potrebbero averne titolo. Non sono cose minori, le dicevo, soprattutto in questi giorni in cui ritorna sulla stampa di destra il problema dei "maestri", ai quali attingerebbe quella metà di italiani che ritiene l'attuale maggioranza corresponsabile della crisi che colpisce lo sviluppo del paese, e crea non occupazione e nuove povertà.

Un giornale berlusconiano citava Eco e Camilleri: il primo reo d'aver ricordato a Berlusconi che anche Hitler fu eletto dal popolo (come è vero), il secondo che nel fascismo si era più liberi di oggi (come non è vero, ma, esasperati, si può finire col pensarlo). Questi maestri, anche quando sbagliano, ci ricordano problemi che si finisce col dimenticare, alimentando la resa a un potere degenere. Personalmente non condivido l'opinione di Camilleri e nemmeno il comportamento dei deputati radicali (altra parentesi, non so perché i giornali non abbiano ricordato le forti pressioni esercitate su di loro dal ministro Nitto Palma, pressioni di cui ha dato notizia ripetutamente Radio radicale nella diretta da Montecitorio venerdì mattina). Ma continuerò a leggere i libri di Camilleri e di Eco, e a solidarizzare con Marco Pannella non per ragioni di comuni origini politiche o di età, ma perché, senza personalità come la sua la politica in Italia sarebbe ridotta a una questione di credenti e non credenti: e i valori non negoziabili starebbero da una parte soltanto, e dalla nostra neanche un De Gasperi a fare da scudo allo stato. Recandosi al corteo degli indignati e sapendo di poterne uscire malconcio, Pannella è stato un buon maestro: ha ricordato ai giovani che non tutta la politica è «casta corrotta e famelica», non tutta è codarda: c'è anche chi, se gli fosse consentito, affronterebbe il rischio del dialogo impossibile, stando in solitudine, che è sempre compagna di vita (non politicamente comoda) di chi si propone di rovesciare i cattivi ordinamenti. Come appunto Pannella fece, animando tantissimi di noi negli anni delle grandi riforme civili, oggi ribattezzate "etiche". Lo stesso discorso sui buoni maestri lo faccio per Draghi: con la sua affermazione che i giovani hanno ragione e col rammarico per aver lasciato deturpare le ragioni dai teppisti, Draghi non è il superbanchiere che sputa nel piatto dove mangia, come dicono gli imbecilli che legano alla condizione soggettiva la libertà del pensiero: ma è l'uomo del sistema che vuol servire il sistema con indipendenza, così come Trichet e come quei miliardari americani (e anche italiani) che chiedono di essere tassati: a differenza di quelli che non lo chiedono e non lo vogliono. Tutti miliardari sono, salvo i pezzenti che li appoggiano nei parlamenti per ideologia o per aspirazioni, ma non sono tutti uguali. E io preferisco il politico, il banchiere, il capitalista che mi dica come si può e si deve correggere dall'interno il sistema che si è servito per tutta la vita, senza cedere all'alternativa black bloc. Non so per lei, ma per me sono buoni maestri. Da seguire, con juicio.

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