Lettera - Bonino: i doveri della libertà

Dalla Rassegna stampa

Cara Europa, leggo sul Corriere della sera una pagina intera da Madrid, nella quale si analizza "il fattore religioso" nelle elezioni politiche svoltesi in Spagna. Titolo: "Gioia e preghiere alla radio dei vescovi: “È finita la guerra contro la Chiesa”. Vi si legge che il vincitore Rajoy, capo del partito popolare, si è impegnato con le gerarchie a ripristinare la punibilità penale dell'aborto, che Zapatero aveva trasformato da delitto in diritto, fuorché nei casi di stupro, malformazione del bambino e rischio per la salute della madre.

Vorrei sapere cosa ne pensano Bonino e Pannella, che capeggiarono il referendum per abrogare il delitto di aborto: nella vicina Spagna, le cose sono andate male per la cultura laica.
Anna De Nicola, Napoli

Cara signora, a parte che insieme ai radicali di Pannella c'erano liberali, socialisti, comunisti, laico-democratici, che lasciarono soli Fanfani e Almirante, la sua lettera mi arriva insieme al pamphlet di Emma Bonino I doveri della libertà, editore Laterza (pg 160, euro 12).

È un'intervista a cura della collega Giovanna Casadio. Prima di accennarne brevemente (lo spazio è quello che è), voglio dirle che ho letto anch'io la corrispondenza del Corriere, con l'intervista
a José-Luis Restan, direttore della radio dei vescovi, convinto che «I cattolici riconquistano lo spazio perso con Zapatero». Poi ho letto su Repubblica l'intervista allo scrittore Vila-Matas,
che attribuisce il tracollo dei socialisti (da cui la destra ha guadagnato solo 500 mila voti) allo sfascio dell'economia, che lo scrittore attribuisce a Zapatero, per le sue scelte sullo sviluppo.

Le questioni etiche non c'entrano, anche perché, quanto a etica, bisogna ricordare che nel Pp convivono, insieme ai moderati, l'estrema destra imperialista e forse franchista: un grosso problema etico, appunto. «Non è il momento di occuparsi di aborto e matrimonio gay - dice lo scrittore - è il momento di occuparsi dell'economia». Comunque, nel giro di qualche settimana sono caduti, sulla buccia dell'economia, governi di destra e di sinistra. Lo stesso direttore della radio dei vescovi dice: «Sarebbe sbagliato pretendere da Rajoy cose che non ci può dare e non ci darà». Cioè la reconguista. Non so cosa ne pensino Pannella (impegnato nella battaglia sulla giustizia come diritto negato dall'ordinamento penale sia nelle aule giudiziarie che nelle carceri) e Bonino, convinta mazzinianamente che ad ogni diritto debba corrispondere un dovere: appunto, I doveri della libertà, che garantiscono la «nobiltà della politica», di cui siamo convinti quanto lei. Perciò l'abbiamo votata spesso, e da ultimo nelle regionali del Lazio, dove ha vinto a Roma, capitale d'Italia e sede del papato, e ha perso nelle campagne, che sono per definizione "pagane" (pagus, villaggio). Emma era giovanissima quando si batté per l'aborto, pagando anche col carcere, perché l'aborto era delitto e faceva la fortuna di mammane e "cucchiai d'oro", precursori di quegli odierni obbiettori che negano negli ospedali pubblici assistenza alle donne, ma la praticano negli studi privati, a caro prezzo.

Vogliamo tornare a questo? Tenga presente anche che il governo Berlusconi ha fatto la guerra alle donne senza bisogno di leggi, ma con disposizioni "interpretative" e con pressioni occulte. Ciò autorizzerebbe a nutrire dubbi sulle intenzioni moderate di Rajoy (non c'è bisogno di leggi rumorose per cancellare conquiste civili), se non fossimo convinti che gli spagnoli non accetterebbero soluzioni surrettizie. Gli indignados sono nati in Spagna. Se lei leggerà il pamphlet, le consiglio di fermarsi un po' alle pagine 106-107 e seguenti. L'intervistatrice ricorda che Adriano Sofri, parlando della diversità di condizione di una donna italiana o americana e di una donna afgana o saudita, osservava che nell'habeas corpus «sta il cuore segreto del mondo occidentale». E la senatrice Bonino aggiunge: «Gli stati teocratici sono oppressivi per tutti, ma per le donne di più. Sarà perché sono donna, o perché sono nata alla politica sul tema dell'aborto (ma poi è cresciuta sul tema dei doveri della libertà, ndr), per me la condizione femminile è sempre stata una bussola per valutare lo sviluppo democratico di un paese». Recenti esperienze italiane confermano come sia facile infrangere quella bussola.

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