Leinì (To). Nasce un cimitero (abusivo) e muore un'azienda. Su “Le Iene” il caso sollevato dai Radicali nel 2011. Chi paga i danni?

Su Le Iene del 9 aprile scorso è stato mandato in onda un servizio approfondito sul caso dell’azienda Sert srl di Leinì (To) dell’imprenditore Riccardo Rastrelli, costretta alla chiusura causa edificazione (a quanto risulta abusiva) del nuovo cimitero di Mappano in territorio comunale di Caselle (To). L’azienda, nata nel 1921, era adibita alla costruzione di “catene di montaggio”.
L’edificazione del cimitero nel 2009 è avvenuta all'interno della fascia di rispetto stabilita per legge in 200 metri e ha di conseguenza comportato per l’azienda due vincoli prima inesistenti: l’incompatibilità a livello di rumore tra l’attività produttiva e il cimitero e l’inedificabilità, il che vuol dire impossibilità di costruire o modificare quanto esistente. Tali nuovi vincoli hanno condotto al fallimento dell’azienda.
I Radicali hanno sollevato il caso nel 2011 tramite Radio Radicale e con una interrogazione scritta (prima firma on. Marco Beltrandi, n. 4/12012 del 19/05/2011) indirizzata all’allora ministro del Lavoro Elsa Fornero. Interrogazione che, malgrado 12 (dodici!) solleciti, non ha avuto mai risposta.
Dichiarazione di Igor Boni (Presidente dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta):
“È una vicenda che ha dell’incredibile ma è anche tragica. 50 famiglie e un’azienda storica sono stati buttati sul lastrico per colpa di quello che a tutti gli effetti pare un abuso edilizio del comune di Caselle, che ha costruito senza autorizzazione il nuovo cimitero, fregandosene bellamente delle conseguenze. La Regione, che avrebbe dovuto controllare il processo autorizzativo, non l’ha fatto. L’Asl che avrebbe dovuto rilasciare l’autorizzazione non l’ha rilasciata ma il Comune è andato avanti lo stesso.
Nell’era della crisi sapere che un’azienda in crescita ha dovuto chiudere per questi motivi fa rabbia e non può essere accettato. Le Iene hanno avuto il grande merito di far emergere il caso a livello nazionale. Ma ora una domanda sorge spontanea: chi pagherà i danni?”
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