Lettera - Beata ingenuità del Papa sulle armi e sulle guerre

Questa estate, mentre noi eretici eravamo in vacanza, anche il Papa se ne è stato piuttosto tranquillo. Sebbene non siano mancati eventi che potessero risvegliarlo dal suo torpore castelgandolfiano, interrotto soltanto dall'inaspettata visita del professor Mario Monti; la Corte europea dei diritti dell'uomo che boccia sonoramente la Legge italiana n. 40 sulla fecondazione assistita; i radicali romani che, in un gelido silenzio stampa, raccolgono le firme per 8 referendum cittadini con cui si chiedono, tra l'altro, pari diritti per le coppie di fatto e l'istituzione di un registro dei testamenti biologici; e infine, su quest'ultimo tema, Marco Bellocchio che se ne esce con il suo splendido film "Bella addormentata" e, quasi negli stessi giorni, il cardinale Carlo Maria Martini che decide di porre fine alle proprie sofferenze, d'accordo con i suoi medici. Dal Papa, un silenzio sospetto (che forse è il segnale che egli approfitta un po' troppo della genuflessione preventiva delle istituzioni italiane). Poi, finalmente, Benedetto XVI ha ricominciato a lavorare e da Beirut ha affermato che in Siria dovrebbe cessare l'importazione di armi, «perché senza importazione di armi la guerra non potrebbe continuare». Così noi possiamo subito ribattere alla sua ingenuità: sarebbe piuttosto da auspicare la fine della "produzione" e della "esportazione" delle armi.
Paolo Izzo E-mail
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