Lettera - Animali che vanno e inferni che tornano

Dopo che Wojtyla aveva negato l’esistenza di paradiso e inferno, Ratzinger continua l’opera di demolizione sistematica della tradizione favolistica cristiana: a farne le spese sarebbero il bue e l’asinello, che perdono il loro posto nel presepe in quanto la loro esistenza non sarebbe accertata – come se quella di tutta la sacra famiglia lo fosse… A Napoli si staranno già ingegnando per costruire statuine alternative atte al riscaldamento del bambinello e dei suoi genitori eterologhi: forse un termosifone, forse gli stessi cammelli dei re magi, il cui arrivo dovrebbe allo scopo essere anticipato di qualche giorno. Intanto, dal presepe vivente del carcere di San Vittore, pieno di poveri cristi come tutte le galere, esce dalla scena un parroco che per quindici anni sembra aver scaldato l’atmosfera oltre le sbarre. Cosa veramente sporca, se fosse accertata dalla magistratura: e c’è poco da scherzare, ma anche la reale esistenza di questo fatto sarà forse messa in dubbio da Ratzinger… A noi rimane di “credere” che, nel loro presepe, di animali ce ne siano eccome, altro che favole! E fanno, dei nostri inferni quotidiani, luoghi ancora più penosi di quanto lo sono già.
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