L'enorme macchina dello Stato

La Francia è il campione europeo della spesa pubblica: 1.120 miliardi nel 2011, il 56% del Pil, in aumento del 2,1% sul 2010. La media 2005-2010 è del 54,3 per cento. Rispetto, tanto per capirci, al 46% della Germania (cioè qualcosa come 150 miliardi di differenza) e al 49,1% dell'Italia.
Niente di strano, visto che la Francia è anche il campione europeo dei dipendenti pubblici: 108 per mille abitanti, rispetto ai 60 della Germania. Oltre sette milioni in totale, un lavoratore ogni quattro, se ai 2,3 milioni di statali, 1,8 milioni di dipendenti degli enti locali e 1,2 milioni di addetti della sanità pubblica si aggiungono quelli delle società di diritto privato ma pubbliche (Poste, Ferrovie, trasporti pubblici).
Un vero e proprio esercito. Nel quale, secondo i sondaggi, ancora oggi la grande maggioranza dei giovani aspira a entrare. Più che comprensibile: oltre al posto sicuro, a vita, ci sono spesso vantaggi collaterali. Per esempio quelli previdenziali, almeno per alcune categorie che grazie ai cosiddetti "regimi speciali" possono ancora andare in pensione a un'età compresa tra i 52 e i 57 anni e mezzo. In barba insomma all'aumento da 60 a 62 anni (dal 2017, sai che sforzo!) della soglia minima per aver diritto a un trattamento pieno previsto dalla riforma del 2010: parliamo di 500mila persone, con un costo per lo Stato di 6,6 miliardi. Se poi si ha la fortuna di lavorare nei Dom (i dipartimenti d'Oltremare), la retribuzione sale del 40%, per ripagare i disagi di posti come la Réunion, la Guadalupa o la Polinesia francese.
L'ex presidente Nicolas Sarkozy e il suo premier François Fillon hanno, è vero, cercato di affrontare questa vera e propria emergenza (finanziaria, ma anche culturale). Hanno appunto spostato un po' più in là l'età pensionabile. E con la famosa Rgpp (Revisione generale delle politiche pubbliche) hanno deciso di dimezzare il turn over, di non sostituire cioè un dipendente ogni due in uscita. Il che significa 146mila persone in meno in cinque anni.
Il risparmio non è stato enorme, poiché il 60% degli 800 milioni recuperati è stato girato come premio all'intera funzione pubblica in cambio dell'aumento dei carichi di lavoro (mah!). Il ritorno sul lungo periodo è però importante, visto che un dipendente pubblico costa in media 1,5 milioni allo Stato (dal giorno dell'assunzione alla morte).
Il nuovo presidente François Hollande ha pensato bene di mettere fine a questa lodevole iniziativa, per la Francia davvero rivoluzionaria. D'ora in poi il numero di dipendenti pubblici sarà stabile.
Va peraltro sottolineato che il vero responsabile dell'aumento della massa salariale pubblica non è lo Stato. Sono gli enti locali, in particolare i Comuni. Che d'altronde sono quasi 37mila (quattro volte quelli tedeschi). Negli ultimi dieci anni, i dipendenti degli enti locali francesi sono passati da 1,2 a 1,8 milioni. E secondo la Corte dei conti in due terzi dei casi (cioè circa 370mila persone) si tratta di assunzioni non giustificate dal trasferimento di competenze.
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