"L'appendice" di Veronesi

Dalla Rassegna stampa

Si inchina di fronte alla volontà dei cittadini, ma ritiene grave per l'Italia "rinunciare alla possibilità di far fronte alla futura insufficienza energetica anche con il nucleare". Umberto Veronesi con grande compostezza ha valutato l'esito referendario. Ci sarebbe da dire che il professore non mostra particolari ragioni di gioia, anzi: "I Paesi avanzati del mondo, anche dopo l'incidente giapponese - ha ricordato in un'intervista alla "Stampa" - danno priorità assoluta al prossimo scenario del dopo-petrolio e stanno studiando metodi di produzione di energia nucleare più efficienti e più sicuri ". E poiché l'Italia non possiede fonti proprie ed è già nella situazione di dipendenza energetica che le altre nazioni si stanno impegnando ad evitare con consapevolezza e impiego di risorse, Veronesi teme che la ricerca italiana, già proiettata sulla fusione nucleare, si fermerà nuovamente.

Senza ricerca non c'è ,futuro, e quindi il rischio "che l'Italia finisca per essere un'appendice turistica del mondo avanzato", diventa alto.

Altro che le radiazioni!

Nonostante la tragedia giapponese di Fukushima, tutti gli altri paesi europei hanno tenuto botta. La stessa Germania, che sembrerebbe essersi defilata, in realtà anche dopo Chernobyl aveva annunciato di voler chiudere le centrali, e pure non l'ha mai fatto. E comunque il governo tedesco ha dichiarato di volerne tenere sempre tre in funzione. Per cui non si possono fare paragoni con lo scenario italiano, dove il nostro paese con il voto sul nucleare è rimasto disperatamente solo in tutto l'Occidente. L'ironia della storia: tutta questa paura del nucleare senza accorgersi che, nel caso di un incidente nucleare in Europa, l'Italia sarebbe coinvolta, visto che ci sono centrali poco al di là dei nostri confini. La giusta distanza utile a farci pagare l'energia più cara.

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