L’ira di Merkel e Obama "Mosca la pagherà cara" Ue, oggi nuove sanzioni

«La situazione in Crimea è inaccettabile, e condanniamo anche lo schieramento di truppe russe in territorio ucraino fuori dalla Crimea». È stata una Angela Merkel durissima quella che ieri ha chiamato Vladimir Putin, per dirgli chiaro e tondo: a questo punto l’Europa risponderà con sanzioni. Delusa dal fallimento dei suoi appelli al Cremlino a negoziare, la Germania passa alla linea dura. Le situazioni inaccettabili create da Moca, ha spiegato il ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier, renderanno le sanzioni inevitabili. Oggi i capi della diplomazia dei paesi Ue si riuniscono a Bruxelles per vararle. E intanto la Casa Bianca, respingendo il risultato scontato del referendum nella penisola, ha definito «pericolose e destabilizzanti» le azioni russe e invita tutta la comunità internazionale «a intraprendere passi concreti per imporre dei costi» e a «sostenere la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina». In altre parole: Mosca dovrà pagare un prezzo alto. Poi, in serata, telefonata tra Obama e Putin: i due hanno concordato che nonostante le divergenze c’ è la necessità di trovare insieme, Russia ed Usa, una soluzione per stabilizzare la situazione in Ucraina.
L’escalation del confronto tra l’Occidente e la Russia ha compiuto comunque un salto di qualità decisivo. La telefonata della cancelliera al capo del Cremlino è stato l’ultimo tentativo europeo di convincerlo a un gesto di moderazione, per esempio alla rinuncia all’annessione della Crimea. Ma Putin ha risposto secco: riconosceremo come validi i risultati del referendum. La penisola cioè passerà alla Federazione russa. Per Merkel è una prospettiva inaccettabile, come inaccettabile è la presenza di truppe russe in suolo ucraino. E occorrono più osservatori internazionali dell’ Osce sul posto. Solo su questo ha ottenuto soddisfazione da Putin. «Siamo in una situazione incendiaria, domani (oggi, ndr) alla riunione dei ministri degli Esteri Ue daremo una prima risposta adeguata», insiste allarmato Steinmeier.
Non meno dure sono state ieri sera le parole dei presidenti della Commissione europea, José Manuel B arroso, e del Consiglio europeo. Herman van Rompuy: «Il referendum è illegale e illegittimo, il suo risultato non sarà riconosciuto. È contrario alla Costituzione ucraina e alle regole internazionali». Dunque «i ministri degli esteri Ue decideranno misure addizionali». E sull’Ucraina si è sentita anche la voce del premier italiano Matteo Renzi: «Con la Francia, la Germania e il Regno Unito, cioè con i tre Paesi europei che con l’Italia fanno parte del G8, stiamo lavorando per ridurre le frizioni che in questo momento sono fortissime e per dare il messaggio che il diritto internazionale va difeso e salvaguardato. Cosa che adesso non sta avvenendo».
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