Kyenge «Aperture su modifica Bossi-Fini»

REGGIO CALABRIA. «Sulla rivisitazione della legge Bossi-Fini ci sono diverse aperture da parte di diversi gruppi politici per andare verso una riforma». Lo ha detto il ministro Cecile Kyenge a margine di un’iniziativa a Reggio Calabria. «Credo che questa legge vada rivista perché noi dobbiamo avere un approccio basato sulla persona». «Il percorso - ha aggiunto riferendosi alla chiusure prospettate dalla Prestigiacomo - si fa anche con chi la pensa diversamente e quindi ci sarà la possibilità di sedersi tutti allo stesso tavolo dove ognuno di noi può dire la sua e dove, come per il percorso che è stato avviato per la cittadinanza che felicemente sta andando avanti mettendo a confronto tutte le opinioni e tutte le forze politiche. Lo stesso - ha concluso la Kyenge - si deve fare con la legge Bossi-Fini». La Kyenge ha evitato di polemizzare col vicesegretario della Lega Matteo Salvini che ieri l’aveva «invitata» ad andare a fare la ministra in Egitto («Salvini non è certamente nei miei pensieri») e si è dimostrata fiduciosa anche sul fatto che alla fine, per lo Ius soli, «la popolazione di questo Paese sceglierà la via più giusta».
«Aprire il dibattito circa la modifica della legge Bossi-Fini è un atto di responsabilità da parte del Ministro Kyenge: superare quelle norme fallimentari è questione che Governo e Parlamento non posso eludere, anche alla luce dell’imminente spinta migratoria dal Nord Africa». Lo afferma Mario Staderini, segretario dei radicali. «Sulla possibilità, però, che le aperture di questi giorni siano adeguate all’obiettivo in assenza di una mobilitazione popolare mantengo i miei forti dubbi. Ad oggi, l’unico strumento per garantire che il superamento della Bossi-Fini e del pacchetto sicurezza Maroni sia iscritto nell’agenda della politica sono i due referendum la cui raccolta firme scadrà a settembre. E su quelli, nessuna mobilitazione è corso nel Partito democratico così come mancano all’appello firme e sostegni di tanti leader politici e personalità che potrebbero fare la differenza».
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