Int. a M. Staderini - Staderini: "Solo una toppa il ddl dei partiti Lusi e Belsito non solo mele marce"

Dalla Rassegna stampa

I partiti chiedono un percorso accelerato per la proposta Alfano, Bersani, Casini. In aula alla Camera arriva oggi il disegno di legge per la riforma del finanziamento pubblico con la richiesta che il testo venga approvato in sede legislativa, cioè direttamente in commissione Affari costituzionali. I radicali - che sul tema dei soldi alla politica si battono da quasi 40 anni e che sul tema hanno presentato tre referendum - vogliono che quest'occasione non sia sprecata. Che sia il modo per porre la questione al centro del dibattito pubblico. "Non ci opporremo all'iter rapido del provvedimento - dice Mario Staderini, segretario dei Radicali italiani - purché al dibattito sia concessa la diretta televisiva. L'importante è evitare quello che è accaduto in passato, quando il finanziamento pubblico veniva discusso e salvato nel chiuso delle commissioni".

Qual è la vostra posizione sul disegno di legge? Meglio questa riforma che il totale immobilismo da parte delle forze politiche? 

"Riforma, non scherziamo... Questo è solo il tentativo di mettere una toppa momentanea, per dare in pasto all'opinione pubblica una trasparenza che finora non si è voluta e salvare i fondi pubblici. D'altra parte da sempre noi chiediamo controlli e certificazione dei bilanci. E' il minimo che si possa pretendere da chi prende i soldi pubblici. Ma il punto vero è la democrazia interna delle forze politiche. Per il resto, la nostra posizione è chiara: non un euro dei soldi pubblici ai partiti, solo contributi privati e servizi offerti gratuitamente alla politica. Ad esempio garantendo i luoghi per le assemblee, gli autenticatori di firme, gli spazi televisivi".

I tre segretari di maggioranza dicono che senza finanziamento pubblico si metterebbe la politica nelle mani delle lobby.

"A chi dice che la politica la farebbero solo i miliardari, rispondo che Berlusconi si è affermato proprio con l'attuale sistema di finanziamento pubblico. E si è rafforzato via via che aumentavano i soldi alla politica. Chiaramente servono precisi paletti per le donazioni dei privati. Paletti che vengono studiati anche negli Stati Uniti, basta seguire il lavoro del professor Lawrence Lessig. Ma d'altra parte, nell'attuale sistema di contributi dei privati, c'è sicuramente qualcosa che non va. Suggerirei ai giornalisti di controllare le donazioni fatte, dalle società vincitrici di appalti, ai partiti al potere.

L'attuale crisi economica non è un freno alle donazioni private, magari soprattutto per chi tradizionalmente non ha un elettorato abbiente?

"Noi radicali abbiamo la tessera più costosa di tutti: 200 euro, e i nostri iscritti - in maggioranza pensionati - non si spaventano. Il costo è quello di un caffé al giorno. Chi vuole il finanziamento pubblico in realtà ha paura che la propria proposta politica valga così poco da non riuscire ad attrarre neppure un euro dei cittadini.

Oggi il presidente Napolitano ha lanciato un appello, chiede di eliminare il marcio ma di non demonizzare i partiti.

"Per noi Lusi e Belsito non sono solo mele marce ma il prodotto di un sistema criminogeno che in diciotto anni ha portato a casa un bottino di 1,7 miliardi di euro, cioè la differenza tra i 2,3 miliardi di euro incassati e i 580 milioni di euro di spese certificate. Quindi enormemente più dei rimborsi elettorali previsti dalla legge. Noi, grazie a un lavoro accurato sulle Gazzette ufficiali, abbiamo anche spiegato quanto è andato a ogni forza politica. Come radicali, abbiamo incassato 20 milioni, dal '94 a oggi. Ma siamo gli unici che hanno documentato spese per una somma superiore a quella ricevuta. Questo bottino è stato incassato in frode agli italiani, e va restituito. Con una grande operazione di verità e con l'istituzione di una commissione ad hoc per capire dove sono finiti questi soldi".

I partiti dicono già che sono impegnati i soldi ancora da incassare. Se dovessero anche restituire i soldi del passato, sarebbero costretti al fallimento.

"Non credo che debbano essere spaventati partiti, come il Pd, che hanno 700 mila iscritti. E se dovranno chiudere, non sarà un dramma. Si ripartirà su basi nuove".

Voi, dal 2008, ricevete anche soldi dal Partito democratico
.

"Sono soldi previsti da un accordo elettorale. Con il Pd c'è stata un'intesa che prevedeva anche condizioni economiche, oltre che un patto su punti del programma e sulle candidature. Sono formule che abbiamo utilizzato anche in passato, tutto alla luce del sole". 

Non temete che il vento dell'antipolitica travolga proprio tutti. Anche chi, come voi, si è sempre battuto per la trasparenza? In queste ore i giornali del centrodestra puntano i riflettori su un appalto vinto a Milano dal fratello del radicale Marco Cappato.

"Il responsabile di quella gara, in realtà, era un consigliere provinciale del Pdl. Gettano fango perché vogliono ostacolare la battaglia per l'anagrafe pubblica degli appalti. La verità è che fa paura l'iniziativa politica di Cappato a Milano. Noi comunque non abbiamo alcun timore. Non ci ha mai sfiorati nessuno scandalo, da Tangentopoli, ad Affittopoli, fino ai casi giudiziari di oggi. Il nostro Maurizio Turco presenterà tra pochi giorni una legge per la commissione d'inchiesta sul passato. Poi vedremo chi ci metterà la faccia". 

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