Int. a M. Staderini – Radicali e responsabili

A Monti, Emma Bonino a nome dei radicali gliel'ha detto sin dal primo colloquio: serve un Governo politico fino a fine legislatura. Quindi non un esecutivo a tempo, ma nella pienezza delle sue funzioni, in grado di mettere mano non solo alla crisi economica, ma anche alla gravissima situazione carceraria. Ne parliamo con Mario Staderini, appena riconfermato segretario dal X Congresso dei Radicali italiani.
Segretario, cominciamo da Emma Bonino: chiede a Monti un esecutivo politico, non tecnico, fino al 2013, e ribatte sul chiodo dell'amnistia.
È evidente che all'Italia non basterebbero due o quattro mesi di governo tecnico. Le riforme economiche che dovevano essere fatte, in 20 anni non sono state fatte, Farle in due mesi, significherebbe farle in fretta e male, soprattutto senza dare il tempo all'opinione pubblica di comprenderle. Poi pensiamo alla giustizia: altro nodo che, per quanto riguarda il piano civile, ci viene richiesto di sbrogliare espressamente dalla Bce; ma che anche sul fronte penale, visto il warning di Consiglio d'Europa e Corte europea dei Diritti dell'Uomo su tempi di giustizia e condizioni delle carceri, deve essere risolto. Inoltre, si deve ridare credibilità alle istituzioni; quindi bisogna riformare la politica e restituire una legge elettorale che consenta agli italiani di scegliere sia il Governo che gli eletti.
Cosa, farebbe adesso il radicale Staderini se fosse alla guida del nuovo Governo?
Questi di cui parliamo sono temi oggettivamente nell'agenda politica italiana. Se fossi Mario Monti, offrirei le mie soluzioni per ciascuno di essi e pretenderei un dibattito pubblico in cui si possano confrontare le tesi opposte. E come primo provvedimento economico taglierei i costi della partitocrazia e quindi abolirei il finanziamento pubblico dei partiti, eliminerei i vitalizi ai parlamentari e soprattutto invocherei massima trasparenza delle spese. Senza, dimenticare l'abolizione dei privilegi fiscali del Vaticano e un taglio agli sprechi delle spese militari.
Questi di cui parliamo sono temi oggettivamente nell'agenda politica italiana. Se fossi Mario Monti, offrirei le mie soluzioni per ciascuno di essi e pretenderei un dibattito pubblico in cui si possano confrontare le tesi opposte. E come primo provvedimento economico taglierei i costi della partitocrazia e quindi abolirei il finanziamento pubblico dei partiti, eliminerei i vitalizi ai parlamentari e soprattutto invocherei massima trasparenza delle spese. Senza, dimenticare l'abolizione dei privilegi fiscali del Vaticano e un taglio agli sprechi delle spese militari.
I Radicali parlano di partitocrazia e dei suoi "costi.", mentre in molti chiedono una riduzione dei costi della politica tout court. Che differenza c'è?
Con la scusa della “casta”, quello che si sta tentando è di ridurre la rappresentanza: cioè dimezzare i parlamentari invece che i loro stipendi e diminuire il numero di consiglieri degli Enti locali. Cosa diversa invece è chiedere che la politica sia efficiente, che produca risultati, senza che questa sia un'occasione per nutrire un apparato. Se un partito è pagato dallo Stato, non ha bisogno di fondarsi sul consenso dei propri iscritti, mentre se uno di noi, che il finanziamento pubblico non lo riceviamo, commette un errore o sbaglia linea politica, ci rimettiamo direttamente in termini di iscritti.
Una vostra vecchia battaglia, come quella che denunciava il debito pubblico crescente.
E vanno anche aggiornate. C'è la questione ambientale: oltre a quello pubblico c'è un debito ecologico. E l'Italia è in un dissesto idrogeologico tale che se piove muoiono le persone e se c'è un terremoto fa disastri invece che semplicemente danni. Bisognerà contabilizzare anche il consumo annuale di territorio e risorse non rinnovabili, trasformando il sistema fiscale in senso ecologico, spostando cioè la fiscalità dal costo del lavoro al consumo di risorse non rinnovabili.
E vanno anche aggiornate. C'è la questione ambientale: oltre a quello pubblico c'è un debito ecologico. E l'Italia è in un dissesto idrogeologico tale che se piove muoiono le persone e se c'è un terremoto fa disastri invece che semplicemente danni. Bisognerà contabilizzare anche il consumo annuale di territorio e risorse non rinnovabili, trasformando il sistema fiscale in senso ecologico, spostando cioè la fiscalità dal costo del lavoro al consumo di risorse non rinnovabili.
Tornando al Governo, sembrava che, una volta designato Monti premier, per la Bonino ci fosse una chance agli Esteri o alle Politiche comunitarie. Poi è arrivata l'auto candidatura di Pannella al ministero della Giustizia. Cosa significa?
Rispondo con uno scherzo che non è neanche tanto uno scherzo: ci possiamo accontentare del ministero degli Esteri per Emma e di quello dellaGiustizia per Marco, per cui la presidenza del Consiglio per questa volta gliela possiamo anche lasciare. Che ci sarebbe di strano? Nel momento in cui dalle istituzioni internazionali viene imposto all'agenda italiana un pacchetto di riforme che la politica di destra e di sinistra non ha mai voluto e che corrispondono invece, almeno su economia e giustizia, al nostro programma e alle nostre lotte di trent'anni, quelle di Emma e Marco mi sembrano due candidature naturali.
I Radicali sono di destra o di sinistra
La domanda credo non abbia più molto senso per quelli della nostra generazione. Penso si possa distinguere tra riformatori e conservatori, tra chi è attento alle esigenze degli ultimi e chi invece li lascia al loro destino. Da questo punto di vista noi - anche rispetto a categorie classiche - sicuramente saremmo, a pieno titolo, di sinistra. D'altro canto siamo anche riconducibili alla destra storica che pose fine allo Stato pontificio, ma non certo a quella che abbiamo conosciuto nel Novecento.
La domanda credo non abbia più molto senso per quelli della nostra generazione. Penso si possa distinguere tra riformatori e conservatori, tra chi è attento alle esigenze degli ultimi e chi invece li lascia al loro destino. Da questo punto di vista noi - anche rispetto a categorie classiche - sicuramente saremmo, a pieno titolo, di sinistra. D'altro canto siamo anche riconducibili alla destra storica che pose fine allo Stato pontificio, ma non certo a quella che abbiamo conosciuto nel Novecento.
Nonostante gli scontri degli ultimi tempi, Bersani vi difende e, alla manifestazione a piazza San Giovanni ha detto: «Ci rivolgiamo con amicizia alla cultura radicale». Come va con il Pd?
Non esageriamo: buoni rapporti umani con Bersani, ma guarda, caso fa riferimento alla "cultura radicale" e non come in altri casi, ai soggetti politici. Quello che è mancato, da subito dopo le elezioni del 2008, è proprio il riconoscimento della dignità politica del movimento radicale. E questo risale ai rapporti tra quello che fu il Pci e i Radicali. Il problema oggi è capire da Bersani se, in prospettiva, vede i Radicali come li vedeva il loft di Veltroni, qualcosa da cercare di annettere nascondendolo, oppure se ci vede come nel 2006, quando con la Rosa nel pugno fummo decisivi nel battere Berlusconi.
E questa alleanza cosa significa in termini di laicità?
Il vero interrogativo dei prossimi anni sarà proprio questo: se in nome di un potere e di una governabilità si vedranno ancora una volta le forze storicamente di sinistra essere pronte a cedere sulla laicità. Cioè, ancora, non avere le coppie di fatto, il testamento biologico, la fecondazione assistita, la pillola del giorno dopo. Solo per citarne alcune. Non c'è dubbio che i nostri contenuti sui diritti civili costituiscono un problema per chi sceglie di avere un'interlocuzione di potere con Oltretevere, piuttosto che con il suo popolo.
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