Int. a M. Pannella - L'unica soluzione è l'amnistia

Dalla Rassegna stampa

Marco Pannella confida che «se riusciamo a spiegare alla gente le nostre ragioni, la gente ci seguirà». Il leader radicale parla di amnistia, una parola che fa accapponare la pelle ai contrari e che fa tirare sospiri di sfiducia ai favorevoli. Pannella, però, ci crede e dice a Tempi: «Confido che dopo trent'anni che la ripetiamo, questa volta, sebbene non abbiamo avuto la possibilità di andare in televisione come tanti altri, ce la faremo». L'occasione è un convegno che si terrà a Roma a Palazzo Giustiniani, alla presenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e del presidente del Senato, Renato Schifani, dal titolo "Giustizia! In nome della legge e del popolo sovrano".

Sono tanti i punti che Pannella ha segnato sull'agenda del suo intervento e con cui vorrebbe anche ribaltare alcune verità che a suo parere «sono propagandate dalle tv necrofile che vogliono farci credere di vivere in un paese violento. Invece è vero il contrario, come confermano i numeri che vedono negli ultimi anni un calo dei delitti violenti». A questo vanno aggiunti i soliti impietosi numeri sul sovraffollamento dei penitenziari italiani, dove i carcerati vivono ormai in condizioni proibitive e dove, solo a fare i conti degli ultimi otto mesi, si sono verificati ventinove suicidi.

«L'amnistia - dice Pannella - serve a tutti. Serve alla politica, serve ai magistrati e serve al paese. È un atto di ragionevolezza politica e istituzionale». La via, però, è impervia. Per varare un provvedimento del genere è necessario un largo consenso e, ad oggi, i favorevoli non paiono tanti. Ma Pannella non si scoraggia: «Una volta l'amnistia si concedeva ogni morte di papa, perché il potere riconosceva necessario, in occasione di un evento tanto raro, introdurre nel vivere sociale un elemento pacificatore straordinario. Oggi, invece, sentiamo questo continuo refrain che insiste sulla mancanza di numeri, possibilità, opportunità storiche». Così, però, osserva Pannella, non accadrà mai nulla. Per questo, come suo solito, anziché ritirarsi, rilancia: «L'amnistia come primo passo per la riforma della giustizia». L'ascolteranno Pd e Pdl? «Bisogna obbligarli ad ascoltarci. E far loro capire che hanno più da perderci a non farla che a farla».

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