Int. a M. Iervolino - Quante ombre sul futuro

Dalla Rassegna stampa

Durante la festa regionale dei Verdi, avvenuta ad Ostia dal 22 al 25 settembre, c'è stato l'“Incontro sulla gestione virtuosa dei rifiuti del Lazio: quale futuro”. Sono intervenuti il presidente dei Verdi del Lazio Nando Bonessio e Massimiliano Iervolino, autore del libro “Con le mani nella monnezza”. Terra lo ha intervistato.

Hai deciso di scrivere questo libro perché «tutti devono sapere qual è la vera situazione dei rifiuti nel Lazio». Uno dei capitoli più importanti è la denuncia verso i partiti. Ci spieghi meglio?
La regione Lazio e il comune di Roma non hanno mai avviato una seria campagna di informazione né di riduzione dei rifiuti. Hanno inoltre scelto il modello discarica-inceneritori, inquinante rispetto a, quello del riciclo e del riuso. C'è poi l'aggravante che i rifiuti, a Malagrotta e non solo, spesso non vengono trattati e finiscono in discarica come tal quale. L'Unione europea ci ha più volte richiamato per il modo illegale di conferire a Malagrotta.

Hai detto che Cerroni, proprietario della discarica di Malagrotta, copre e riempie i vuoti della politica. Pensi che Cerroni aspetti il "cadavere politico" sulla riva del fiume, oppure che faccia accordi con istituzioni e politici per riuscire a portare avanti le sue di politiche?
Ho detto che riempie i vuoti della politica perché i partiti, di centrodestra e di centrosinistra, non hanno saputo dare un'alternativa alle discariche, soprattutto negli ultimi 15 anni. Se il signor Cerroni continua a fare milioni di curo, scrivendo sui giornali che lui è un benefattore, è perché i partiti politici non fanno il proprio mestiere e se ne lavano le mani. Poi se paga le campagne elettorali dei partiti, per far sì che una volta al governo vadano a fare i suoi affari, io questo non lo so e quindi non lo dico. Però un sistema, con alla base una commistione tra politica e imprenditoria esiste, soprattutto nel centro-sud.

Nel tuo libro si parla di un documento del Comune di Roma, creato nel 2002, che dava delle soluzioni per una gestione alternativa dei rifiuti nella Capitale. Rimasto però nel cassetto.
È il documento dei saggi, fatto da un gruppo di persone esperte sui rifiuti e consegnato al sindaco Veltroni. Quel documento diceva di togliere i cassonetti dalle strade o almeno eliminare quelli multimateriale. Questo perché i cassonetti sono come delle piccole discariche, dove tutti buttano di tutto e fare i controlli è difficile.

E la questione del secchione multimateriale blu?
Dovrebbe servire a raccogliere vetro, plastica e metallo. Quel cassonetto non funziona perché plastica e vetro, per essere trasportati, hanno bisogno di essere pressati. Ma. al momento della pressione il vetro si sporca di plastica, e viceversa, con il risultato che quando vengono differenziati si crea un residuo che alcuni valutano dal 10 al 30, altri dal 30 al 50 per cento.

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