Int. a E. Bonino - "Ma mezzo Paese ancora la ignora i medici obiettori il vero problema"

«Sono contenta della sentenza, ma non avevo paura. La 194 è una buona legge, è una legge che rispetta la Costituzione, le donne. Che ha aiutato a cancellare migliaia di aborti, ad evitare il ripetersi di tragedie nascoste, di ragazze massacrate dalle mammane, uccise dagli aghi da calza, rese sterili in un Paese che vietava la contraccezione ma dove se avevi soldi e pagavi nelle cliniche l'aborto te lo facevano». Emma Bonino, storica militante del Partito radicale, simbolo delle battaglie per l' auto determinazione delle donne, la maternità consapevole, parla con passione, tra soddisfazione e timori di un ritorno al passato.
La 194 è sempre più spesso sotto attacco?
«Sì, il vero problema però non sono gli attacchi palesi, ma lo svuotamento di senso nascosto con l'obiezione di coscienza, e il fatto che non è stata mai applicata del tutto, che non si danno fondi peri consultori, che l'educazione alla contraccezione non la fa nessuno. Il vero problema è questo Paese».
«Sì, il vero problema però non sono gli attacchi palesi, ma lo svuotamento di senso nascosto con l'obiezione di coscienza, e il fatto che non è stata mai applicata del tutto, che non si danno fondi peri consultori, che l'educazione alla contraccezione non la fa nessuno. Il vero problema è questo Paese».
Cosa ha l'Italia che non va?
«È rimasta ferma a venti, trent'anni fa per quanto riguardai diritti civili, il diritto ad avere figli ed abortire, a sposarsi, e a morire in maniera dignitosa. Per questo non bisogna difendersi, bisogna attaccare: chiedere che diano la pillola ru486, la pillola del giorno dopo, chiedere tutti i nuovi diritti, con forza».
«È rimasta ferma a venti, trent'anni fa per quanto riguardai diritti civili, il diritto ad avere figli ed abortire, a sposarsi, e a morire in maniera dignitosa. Per questo non bisogna difendersi, bisogna attaccare: chiedere che diano la pillola ru486, la pillola del giorno dopo, chiedere tutti i nuovi diritti, con forza».
La 194 è ignorata?
«Sì, in molte Regioni è come se non ci fosse perché troppi medici sono obiettori e spesso non per motivi ideologici o di fede, ma per far carriera: perché, se fai gli aborti, primario rischi di non diventarlo mai».
«Sì, in molte Regioni è come se non ci fosse perché troppi medici sono obiettori e spesso non per motivi ideologici o di fede, ma per far carriera: perché, se fai gli aborti, primario rischi di non diventarlo mai».
Troppi falsi obiettori?
«Ormai obiettano tutti, anche chi come i farmacisti non ne ha il diritto, e spesso per comodità. C'è un uso distorto di un principio sacrosanto visto che l'obiezione di coscienza, nata per chi non voleva fare il servizio militare, era un'assunzione di responsabilità, e infatti il servizio civile non era una scelta facile: durava ben di più della naja».
«Ormai obiettano tutti, anche chi come i farmacisti non ne ha il diritto, e spesso per comodità. C'è un uso distorto di un principio sacrosanto visto che l'obiezione di coscienza, nata per chi non voleva fare il servizio militare, era un'assunzione di responsabilità, e infatti il servizio civile non era una scelta facile: durava ben di più della naja».
Si rischia un ritorno al passato?
«Sì. Quasi quarant'anni fa, nel '75 con Adele Faccio mi sono fatta volutamente arrestare per procurato aborto, un gesto di disobbedienza civile perché questa legge passasse, perché le donne senza mezzi non morissero più ammazzate dalle mammane in clandestinità mentre chi aveva soldi poteva andare all'estero ad abortire. Storie di diritti negati in un Paese che non pensa alle donne. Come oggi, che per avere un figlio in troppe sono costrette a viaggiare oltre confine perché il loro diritto ad un bambino non viene riconosciuto».
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