Int. a B. Englaro - «L'aria è cambiata: questo testo sarà smontato da mille casi Eluana»

Dalla Rassegna stampa

«Non si rendono conto di cosa stanno facendo». Beppino Englaro scandisce la frase con fermezza. Senza astio. Con responsabilità. Anche se poi, da persona dabbene quale è, quasi si scusa: «Non voglio offendere nessuno». Ma non ha dubbi: «Sappiano, i signori che ci governano, che loro possono fare ciò che vogliono, hanno i numeri e lo faranno. Ma i cittadini si ribelleranno e si rivolgeranno alla magistratura, mille volte più di prima. Oggi la votino pure, questa legge che toglie i diritti fondamentali, ma sappiano che la popolazione - come dicono tutti i sondaggi seri - non è dalla loro parte. Il clima è cambiato. Non c'è più solo un Beppino Englaro. Come ebbe, a dire Pulitzer più di un secolo fa, un'opinione pubblica ben informata è una Corte Suprema per il parlamento».

Come si sente, adesso che la legge è in dirittura d'arrivo?
Non si rendono conto di quello che stanno facendo. Come dicono giuristi e costituzionalisti, imporre per legge a un cittadino che non può più esprimersi ciò che non oserebbero imporre a chi ne ha ancora la facoltà, e imporre l'idratazione e l'alimentazione artificiali quando non si possono imporre nemmeno quelle normali, è anticostituzionale.

 
È una legge che nessuno vuole ma la destra dice che è necessaria per evitare altri casi come quelli dl sua figlia, Eluana.
Sono loro che hanno creato un caso Englaro. Mia figlia, che ha sempre avuto il massimo di assistenza e di cure mediche, avrebbe semplicemente detto: «No, grazie». Se il legislatore rispettasse le disposizioni di ciascuno e la convenzione di Oviedo, casi come quelli della Eluana non accadrebbero più. Se non avessero tentato in tutti i modi di fermare la sua volontà, squalificando tra l'altro il Parlamento stesso, non ci sarebbe stato alcun caso Englaro. Io non posso essere la vittima sacrificale di un Parlamento che ci sta togliendo i diritti fondamentali.

Dicono che c'è un vuoto legislativo e che in quel caso si trattò di una sentenza creativa. Hanno perfino evocato l'eutanasia.
La magistratura nel caso di Eluana è stata chiara e allineata alla Costituzione e agli accordi di Oviedo. Perfino la Corte di cassazione si è espressa nel 2007 in modo inequivocabile dicendo che «l'autodeterminazione terapeutica non può incontrare un limite anche se ne consegue la morte, e non ha nulla a che vedere con l'eutanasia». Il problema è che non vogliono accettare un semplice diritto universale: nessuno mi può impedire di lasciarmi morire. Non di farmi morire, ma di lasciarmi morire. Anche se tutto il Parlamento all'unanimità decidesse di disporre della mia salute, io ho il diritto di dire «No». E un'evidenza banale, per questo dico che non si rendono conto. Non ci può essere alcun primato della politica sulle libertà fondamentali.

Dicono che lei avrebbe delle velleità politiche.

Nessuna. Io non ho fatto altro che rispettare mia figlia Eluana fino alla fine. E mi sono sempre mosso nella massima trasparenza e legalità. Sono un cittadino qualunque, ma ben informato. Dunque faccio parte di quella Corte suprema di cui parlava Pulitzer. Per quanto mi riguarda, ho già predisposto le mie volontà nel caso mi ritrovassi nelle condizioni della Eluana. Perché certe condizioni del fine vita non esistono in natura: sono solo uno sbocco di terapie mediche. Alle quali io ho il diritto di rinunciare. Sempre.

Secondo lei, la Camera è riuscita a peggiorare la legge?
È tutto l'impianto ad essere sbagliato. Le legge, se proprio la si doveva fare, avrebbe dovuto essere chiara e minima. In modo da dire al cittadino: «Stai tranquillo perché non c'è alcun abbandono terapeutico», ma nemmeno nessuna imposizione né da parte dello Stato né da parte del medico.

Nella conferenza stampa tenuta con Mina Welby e il senatore Pd Ignazio Marino, si parlava di un referendum abrogativo.
È un iter troppo lungo, mi sembra più probabile e auspicabile che la legge venga immediatamente impugnata dai singoli cittadini. D'altra parte la vicenda della mia famiglia spiega chiaramente quanto può dar fastidio il fatto che un semplice cittadino possa mettersi di traverso ai progetti di chi detiene il potere. Io non so cosa c'è dietro l'ostinazione di questo Parlamento per una legge che non piace a nessuno. E non lo voglio sapere. So solo che non riusciranno a togliere ai cittadini la libertà di scegliere come vivere, come curarsi e come morire.

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