Immigrazione, fronte comune tra i progressisti d'Europa

Dopo Parigi, Berlino e Madrid. Dopo il segretario generale del Ps francese, Harlem Désir, il leader della Spd tedesca, Sigmar Gabriel e quello del Psoe, Alfredo Pérez Rubalcaba. L’Europa, almeno quella dei progressisti, riflette e agisce dopo l’immane strage di migranti a Lampedusa. E lancia segnali importanti a pochi giorni dalla visita a Lampedusa (mercoledì prossimo) del presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso. «Non c’è più tempo da perdere, occorre una politica comunitaria sui temi dell’immigrazione e del diritto d’asilo», aveva detto a l’Unità il leader dei socialisti francesi, sottolineando la necessità di una Europa più solidale, al proprio interno e nei riguardi di quella umanità sofferente che rischia la vita sulle carrette del mare, per fuggire da guerre, miseria, pulizie etniche.
Un’assunzione di responsabilità viene ora da Berlino. La Germania deve impegnarsi attivamente a risolvere il dramma del continuo afflusso di migranti sulle coste italiane. Lo chiede in un’intervista al domenicale «Bild am Sonntag» (BamS) il presidente della Spd, Sigmar Gabriel, secondo il quale «la Germania deve impegnarsi decisamente per attenuare questo dramma dei profughi a Lampedusa». «Dobbiamo distribuire in maniera più giusta in Europa il gigantesco afflusso di profughi in arrivo laggiù», sottolinea il leader dei socialdemocratici tedeschi, oltre a «migliorare le condizioni di accoglimento per i profughi e quelle degli abitanti dell’isola». Il commento più duro sulla tragedia di Lampedusa, è stato pronunciato dal Capo dello Stato tedesco, Joachim Gauck, che ha criticato le politiche europee in tema di immigrazione definendole "inumane": «Difendere la vita dei migranti e ascoltare le loro richieste sono i fonda- menti del nostro diritto e del nostro sistema di valori. Come abbiamo potuto vedere da questa tragedia i migranti sono persone vulnerabili. Hanno diritto alla protezione e all’ascolto. Togliere lo sguardo e lasciarli navigare verso una morte prevedibile è un oltraggio ai nostri valori europei». «Un attentato all’umanità, che l’Europa non può legittimare» ha commentato il responsabile della commissione per i diritti umani al Bundestag, il verde Tom Koenigs.
PATTO EUROMEDITERRANEO
L’idea di un patto euromediterraneo, evocato da Désir, trova concorde il segretario generale del Psoe, Alfredo Pérez Rubalcaba: «L’Europa - rimarca il leader dei socialisti spagnoli - non può essere spettatrice di tragedie come quella consumatasi a Lampedusa. Occorre mettere in campo azioni concrete per far fronte a una drammatica emergenza, di cui l’Europa nel suo insieme deve farsi carico». «I Paesi del sud dell’Unione europea - insiste Rubalcaba - hanno il diritto di chiedere una politica più attiva da parte dell’Ue su questo punto». In questa chiave, il segretario del Psoe si dice d’accordo con la proposta avanzata l’altro ieri dal primo ministro francese, Jean-Marc Ayrault, di un vertice straordinario sull’immigrazione dei capi di Stato e di governo dell’Unione europea: «Occorre una risposta forte, condivisa e rapida», avverte Rubalcaba.
Tra le cose da rivedere c’è anche la «guardia europea» che dovrebbe presidiare le frontiere: Frontex. Riflette in proposito Philip Amaral, del Servizio europeo dei Gesuiti per i rifugiati: «Penso che questa sia la grande lacuna della politica europea. Frontex ha un ruolo di coordinamento nelle operazioni di frontiera degli Stati membri, ma quando c’è una barca in mare, c’è ancora confusione su chi debba intervenire. E questo è ciò che abbiamo visto negli ultimi anni: il governo italiano litigava con quello maltese su chi dovesse soccorrere la barca in mare, e questo ha lasciato in qualche occasione una nave in balia delle onde per settimane. Ma il Mediterraneo è un mare molto sorvegliato, ci sono immagini satellitari e molte pattuglie nazionali, quindi i governi non hanno scuse, non possono non prendere l’iniziativa. A livello europeo si è ora deciso che ci devono essere procedure chiare affinché, quando un’imbarcazione è in difficoltà, un Paese intervenga, in modo da agire prima ed evitare tragedie». Il fatto è, riflette con amarezza padre Amaral, che «l’Europa si sta girando dall’altra parte perché non ha sviluppato risposte adeguate perché la gente venga in Europa e possa chiedere lo status di rifugiato in un modo che rispetta la dignità della vita umana».
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