«Ho sognato Virginia Woolf»

I sogni sono veritieri o ingannatori? Secondo gli antichi svelavano fatti che sarebbero poi accaduti se avvenuti al sorgere dell'aurora; chissà cosa ne pensano Umberto Eco e Giovanni Sollima, che stasera si dividono il palco della Milanesiana per raccontare di menzogne e interpretazioni oniriche. Introdotto da Mario Andreose, Eco terrà una lectio discettando, da sottile linguista e semiologo quale è, sulle possibili distinzioni rilevabili su «Dire il falso, mentire, falsificare», trilogia di vocaboli che Eco svelerà essere solo apparentemente sinonimi. Dopo le parole, le note: ugual- mente sottili e visionarie. Lo spettacolo che Sollima propone, facendosi accompagnare dalla giovane croata Monika Leskovar, titola «The interpretations of dreams», un'interpretazione dei sogni che lo stesso quarantanovenne violoncellista palermitano riconduce alla sua terra natia. «Questi sono pezzi dalla natura vulcanica, fluttuanti e sospesi» rivela, lasciando volutamente nell'ambiguità se il magma emergente sia quello del suo inconscio o di un vulcano reale. «Nel loro insieme formano una suite in più movimenti... o forse una suite di ritratti o di visioni. Virginia Woolf, Emily Dikinson, - Leonardo da Vinci, Clara e Robert Schumann e altri ancora». Ritratti sfuggenti nell'emergere dal sogno, dal sonno, che Sollima ha catturato e fissato sul pentagramma: «Quando li ho visti mi sono svegliato sudando, piangendo, gridando, ridendo. E li ho scritti per come li ricordavo. Poi ho imparato a sognarli di nuovo e li ho rivisti. E li ho riscritti». E li ha anche suonati, in giro per l'Europa, scegliendo quale compagna di viaggio la Leskovar, talentuosa violoncellista rivelatasi nel 1996 , vincendo il concorso intitolato al maestro di Sollima, Antonio Janigro.
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