Grattacielo, pagano solo i dirigenti. Appalto senza bando, prescrizione per Bresso e due ex assessori. Non per Bairati: deve versare 137 euro

Era stato contestato un danno erariale di 6,7 milioni di euro: torneranno nelle casse pubbliche "solo" 400 mila euro. Erano stati chiamati in causa i responsabili politici, l'ex presidente e tre assessori: pagheranno soltanto i dirigenti degli uffici, se si esclude l’ex assessore alla ricerca Andrea Bairati, che però dei quasi 400 mila euro richiesti dovrà rifondere 137 euro. Finisce così - in attesa dei ricorsi già annunciati contro la sentenza - l’azione della Corte dei Conti per le operazioni illegittime che hanno caratterizzato la progettazione e l’affidamento del bando per il grattacielo della Regione Piemonte firmato da Massimiliano Fuksas. Su quello che è successo, il collegio non ha dubbi: "la decisione di affidare la redazione della variante urbanistica al raggruppamento di professionisti Fuksas & Associazti sr. è stata assunta in palese violazione delle regole di evidenza pubblica che imponevano lo svolgimento di una gara".
Le accuse
I giudici hanno accolto l’impostazione dell’accusa, portata avanti dal procuratore Ivano Malpesi. Al centro delle contestazioni c’era l’esplosione dei costi avvenuta tra il 2006 e il 2009 quando il grattacielo progettato da Fuksas, che inizialmente doveva sorgere sulla Spina 1, venne rilocalizzato sui terreni dell’ex Fiat Avio, al Lingotto. Una scelta dettata anche dal Comune, che aveva negato la variante per realizzare la torre nel luogo inizialmente prescelto. Ma il primo contratto con Fuksas era condizionato dalla variante: il trasferimento implicava la necessità di fare una nuova gara, anche perché il progetto cambiò in modo radicale. Le dimensioni furono raddoppiate, perché la regione decise che il trasferimento di dipendenti nella nuova sede doveva essere più massiccio di quello inizialmente previsto. Ma la gara non ci fu. Nel marzo 2006, la giunta Bresso si limitò a recuperare i risultati della gara e trasferì il contratto sulla nuova area.
Prescrizione
L’ex presidente Mercedes Bresso e due ex assessori, Sergio Deorsola e Gianluca Susta, si salvano per intervenuta prescrizione.Avevano invece già saldato il conto - le cifre sono nell’ordine di quelle contestate a Bairati - Nicola De Ruggiero, Angela Migliasso, Giovanni Oliva, Giovanna Pentenero, Bruna Sibille, Giacomino Taricco e Giovanni Caracciolo.
Il conto più salato
Chi deve pagare il conto più salato (nonostante uno sconto dei giudici) per il pasticcio del bando mancato - e degli atti che ne sono conseguiti - è Maria Grazia Ferreri, ex dirigente del settore Patrimonio e Tecnico, che svolse l’istruttoria e curò le fasi dell’affidamento. I giudici ritengono non scusabile «negligenza e imperizia che connotano la sua condotta». Ed è colpa grave anche per la sua «notoria esperienza e l’elevata qualificazione di cui era indubbiamente dotata». Poi c’è Carlo Savasta, ex direttore dei lavori, dimissionario nel febbraio scorso: a lui sono chiesti indietro oltre 101 mila euro. Infine, 17 mila euro è la cifra addebitata a Chiara Candiollo, funzionaria del settore affari generali e avvocatura.
Sul fronte delle reazioni politiche, si registra solo quella dei Radicali, che con Giulio Manfredi invocano trasparenza con la pubblicazione on line di documenti e compensi (la legge lo prevede): "La sentenza - dice - getta un’ombra pesante sul grattacielo: non è possibile circoscrivere la vicenda alla responsabilità amministrativa di tre funzionari regionali".
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