Il governo Renzi e i diritti umani

La R stilizzata di Renzi che cambia verso ricorda la falce e il martello? Il nuovo Pd sembra preferire pericolose svolte destro-centriche mentre abbandona il suo «martellante» impegno in difesa di diritti umani, civili, sociali di cui ormai si occupano solo pochi Radicali mentre resta una falce addolcita che non presagisce niente di buono per la Sinistra.
Paolo Izzo
Il discorso programmatico di Renzi non ha preso di petto il problema dei diritti civili. La presenza, nella coalizione, di personaggi come Giovanardi e Alfano o Sacconi e Schifani non gli ha permesso (e non gli permetterà) fughe in avanti sulla liberalizzazione delle droghe leggere, sulla fecondazione assistita, sullo ius soli o sul riconoscimento delle coppie gay. A meno che non riesca, Renzi, a giocare su due piani distinguendo (come già accadde alla Dc e al Pci molti anni fa in tema di divorzio e di legge sull’aborto) il ruolo del governo da quello del Parlamento dove, su temi come questi, il Pd potrebbe trovare punti d’intesa anche con il Movimento 5 Stelle: se, volente o nolente Grillo, le sue truppe riusciranno, su questi punti, a muoversi in modo coerente con le idee di progresso cui molti di loro si ispirano. Come è già accaduto, qualche tempo fa, con la legge sull’emigrazione: dove l’abolizione del reato di clandestinità e il superamento dei Cie è stato visto anche dai 5 Stelle come una vera e propria emergenza umanitaria. Ce la farà il Sindaco a muoversi su questa strada? Spero di sì. Contando soprattutto sul fatto che, per quanto attenti a far vedere che stanno alzando la voce, Alfano & C. sanno di non poter troppo tirare la corda della crisi. Che per loro significherebbe, oggi, scomparire dalla scena politica italiana.
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