Giustizia e galera. Firme a sostegno della battaglia del leader radicale

Marco Pannella è dovuto arrivare, dopo due mesi di sciopero della fame, al digiuno totale della fame e della sete, per richiamare l'attenzione delle istituzioni su due questioni: la necessità e l'urgenza di una amnistia quale primo passo per affrontare la crisi della giustizia e l'emergenza del sovraffollamento delle carceri; il silenzio dell'informazione e l'assenza di ogni confronto democratico su questa come su ogni altra questione che interroghi la coscienza dei cittadini e richieda importanti decisioni politiche e gravi scelte legislative.
Le proposte di Marco Pannella si possono condividere e non condividere, si può ritenere sproporzionato mettere a rischio la propria vita su tali questioni ma non si può negare che esse corrispondano ad urgenze obiettive della Repubblica e dell'intera società.
La crisi della giustizia e la situazione inumana delle carceri pongono in grave pericolo l'esistenza stessa dello Stato di diritto, come ci ammonisce da tempo il Consiglio d'Europa e con le sue sentenze la Corte europea dei diritti dell'uomo.
La disinformazione e l'assenza di confronto e dibattito paritario non riguardano soltanto le prerogative negate di questa o quella forza politica, e in questo caso del Partito Radicale, ma colpiscono alla radice uno dei fondamenti stessi del corretto funzionamento di ogni democrazia. È urgente dunque interrompere questa inerzia e questa censura, questa cortina di indifferenza e di silenzio. E urgente che le massime istituzioni della Repubblica facciano sentire la propria voce, che il Governo e il Parlamento aprano un dibattito, per accogliere o respingere le proposte di Pannella o per trovare altre soluzioni che siano tuttavia in grado di risolvere i problemi e non di rinviarli e aggravarli. E urgente che la stampa e in particolare il servizio pubblico radio televisivo interrompano un comportamento fortemente lesivo dei diritti dei cittadini e consentano finalmente di conoscere e giudicare questa proposta, così come il confronto sulle altre grandi questioni centrali del nostro tempo.
Ecco alcune delle oltre 600 adesioni all'appello di politici, giuristi, intellettuali, giornalisti, religiosi, operatori del sistema penitenziario, personalità dell'arte e della cultura: Ferdinando Adornato, Rosy Bindi, Paola Binetti, Enzo Carra, Anna Paola Concia Vito De Filippo, Benedetto Della Vedova, Renato Farina, Maria Ida Germontani, Fabio Granata, Pietro Ichino, Enrico La Loggia, Marianna Madia, Antonio Martino, Marco Minniti, Leoluca Orlando, Pancho Pardi, Arturo Parisi, Gaetano Pecorella, Vinicio Peluffo, Flavia Penna, Savino Pezzotta, Giuliano Pisapia, Adriana Poli Bortone, Gianfranco Rotondi, Stefano Stefani, Jean Leonard Touadì, Walter Veltroni, Gianni Vernetti, Rosa Vilecco Calipari, gli europarlamentari Rita Borsellino, Rosario Crocetta, Clemente Mastella, Deborah Serracchiani, Patrizia Toia, Nicola Zingaretti; Giuliano Amato, Don Luigi Ciotti, Maurizio Costanzo, Alain Elkan, Vittorio Feltri, Dario Fo, Don Andrea Gallo, Riccardo Iacona, Don Antonio Mazzi, Giacomo Marramao, Clemente Mimun, Rìta Levi Montalcini, Riccardo Pacifici, Angelo Panebianco, Franca Rame, Piero Sansonetti, Adriano Sofri, Umberto Veronesi; Alberto Abruzzese, Luigi Frati, Patrizio Gonnella, Luigi Manconi, Mario Morcellini, Giuseppe Di Federico, Luigi Ferrajoli, Fulco Lanchester, Mario Patrono, Stefano Rodotà, Enrico Sbriglia, Valerio Spigarelli, Paolo Patanè, Imma Battaglia; Giorgio Albertazzi, Franco Battiato, Marco Bellocchio, Lucio Dalla, Ennio Morricone, Ornella Vanoni, Paolo Virzì, Achille Bonito Oliva, Vittorio Sgarbi, Amara Lakhous, Gianmarco Tognazzi, Oliviero Toscani, Paolo Villaggio.
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