La giunta di Palazzo Lascaris dopo 4 mesi di rinvii ha votato la sua decadenza Giovine, capitolo chiuso ora non è più consigliere

Con quattro mesi di ritardo si chiude il capitolo di Michele Giovine, si apre il caso della surroga che lascia in Consiglio regionale Sara Franchino, la consigliera dei Pensionati per Cota che ha sostituito il condannato per le liste false dopo la sentenza della Cassazione. Ieri la giunta delle elezioni, dopo infiniti rinvii, ha votato la decadenza di Giovine, con l’esclusione di Augusta Montaruli e Marco Botta e l’astensione della stessa Franchino. I conflitti sono riemersi quando è arrivato il momento del voto sulla surroga. È passata la linea del centrodestra, mentre tutta l’opposizione si è alzata e non ha partecipato al voto. La decisione dovrà però passare al vaglio dell’assemblea e il Pd chiede che la discussione avvenga già durante la seduta di oggi. Michele Giovine commenta: «Farò come Cincinnato, mi ritirerò a vita privata ». Ringrazia Ghigo e Cota e sottolinea la sua lealtà: «A differenza di Portas e Manolino sono sempre stato corretto con la mia maggioranza. Mi auguro che i radicali si costituiscano parte civile con Luigina Staunovo».
Per l’opposizione, il problema di far subentrare Franchino non avrebbe dovuto neppure essere affrontato, perché la lista era già stata dichiarata nulla dal Tar. «La surroga non ci convince - dice il capogruppo del Pd Aldo Reschigna - . Le perplessità riguardano la sua fondatezza, sia sulla base delle sentenze del Tar e del Consiglio di Stato, sia sull’indifferibilità e urgenza dell’atto: non c’è obbligo di realizzare il consiglio con tutti i 60 consiglieri». Tranchant il giudizio del presidente della giunta per le elezioni Andrea Buquicchio, Idv: «Chi ha votato a favore della surroga si assumerà la responsabilità di non ritenere ostative le sentenze del Tar e del Consiglio di Stato». Per Mercedes Bresso una scelta contraria a qualsiasi buon senso: «Ma forse qualcuno pensa di tenersi buoni quei voti facendo pagare il costo ai piemontesi».
I radicali sottolineano la funzione di pungolo del loro esposto alla Procura della Repubblica e chiedono un’anagrafe dei vitalizi. Una volta stabilità l’irregolarità della lista, interviene Monica Cerutti di Sel «ogni suo rappresentante non è legittimo. La maggioranza si assuma la sua responsabilità: clientele e interessi non possono cancellare la legalità». Franco Maria Botta, capogruppo di Fratelli d’Italia spiega: «Ad oggi le uniche liste false e cancellate per ordine della Cassazione penale sono le liste Pensionati per Bresso nelle otto circoscrizioni della Regione ». Sara Franchino attacca: «Bresso pensi alla sua lista cancellata e al suo gruppo fantasma ».
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