Il Gip che dice no al Pm fa notizia

Negli ultimi giorni sui quotidiani due notizie si sono successivamente imposte, perfino a scapito della crisi finanziaria europea: il voto alla Camera su Cosentino e il disastro del Concordia. Questioni diversissime che però hanno qualche tratto in comune.
Intanto la reazione "di pancia" dell'opinione pubblica, non solo assecondata ma motivata dall'informazione. Non che i motivi mancassero. Cosentino non è Pio La Torre né Schettino un "capitano coraggioso". Ma soprattutto è l'impatto delle due vicende con la giustizia a creare un parallelo. Molti giornali prospettano come altamente criticabile la scelta di mandare a casa il capitano ma omettono nei titoli il particolare che sta agli arresti domiciliari. Lo hanno fatto anche per Adriano Soffi e il suo fine pena "scontato a casa". Di Pietro e Travaglio hanno fatto scuola, ci vuole il carcere, la palla al piede e il maghrebino nella branda accanto, se no non vale.
Ma su una cosa hanno ragione i giornali: il Gip che ha scontentato il Pm su Schettino è una rarità inspiegabile e infatti il procuratore di Grosseto dice di non capire. In genere va come ha raccontato in tv l'ineffabile procuratore napoletano Lepore: «Per l'arresto di Cosentimmo si sono pronunciati sette magistrati, come si può pensare a una persecuzione?». Vero. Ma è vero anche che sull'arresto di Enzo Tortora - che non era Cosentino, sia chiaro - di magistrati se ne pronunciarono nove. E anche allora venne usato lo stesso argomento, evidentemente fallace.
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