Giovine, oggi si vota per la sua decadenza

Il nome è un programma: Giunta per le Elezioni, le ineleggibilità, le incompatibilità e l’insindacabilità. Così lungo da contenere in sé una promessa di impotenza. Sarà per questo che oggi questo organismo - oltretutto acefalo, dato che Muliere, il presidente, è stato tra i pochi a rassegnare le dimissioni quando nel Pd era di moda annunciarle - oggi torna a riunirsi. Dati i precedenti nei quali non si è arrivati a nessun risultato, altre due sedute sono già state fissate per mercoledì e giovedì.
Passando dal piano lessicale a quello politico, il perimetro è quello del Consiglio regionale in ormai in disarmo. All’ordine del giorno, il verdetto sulla decadenza o meno di Michele Giovine. Sempre lui al centro dell’attenzione, il consigliere dei Pensionati già condannato (penalmente) e sospeso per la nota vicenda delle firme false: il vizio d’origine della legislatura uscente. Secondo i Radicali, che hanno presentato una denuncia per omissione di atti d’ufficio, un atto scontato, anzi: dovuto.
Puro accanimento, ha replicato il consigliere sotto accusa, Michele Giovine, il Lucignolo di Palazzo Lascaris, rivendicando di essere già fuori dai giochi. In uno slancio di generosità si era pure offerto di rassegnare le dimissioni nelle mani di Cota, e della maggioranza, per levarli dall’imbarazzo: non essendosene saputo più nulla, si deduce che nessuno gliele abbia chieste. Forse perché è la stessa maggioranza che finora ha fatto quadrato intorno a lui. Staremo a vedere.
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