Giovine ancora “salvato”

Dalla Rassegna stampa

Michele Giovine ancora una volta non decade. La giunta delle elezioni dalla quale ieri mattina si attendeva la fine della lunga storia fra il centrodestra piemontese e il consigliere condannato a due anni e otto mesi per le firme false non finisce qui. La maggioranza ha deciso di disertare la riunione, il numero legale è mancato subito e la seduta non è neppure stata aperta. Nessuno degli esponenti del centrodestra (18 componenti su 31) si è presentato, con l’eccezione di Rosa Anna Costa di Ncd e Maurizio Lupi dei Verdi Verdi. Mancava la Lega, tutta Forza Italia, Fratelli d’Italia, Progett’Azione. Il capogruppo di Forza Italia Luca Pedrale ha ritenuto di giustificare i suoi: «Non hanno partecipato per motivi istituzionali o familiari». Poi precisa: «Noi riteniamo che debba concludersi nel rispetto della legge, con tutti i necessari passaggi burocratici ». Assente era anche Davide Bono del Movimento 5 stelle.

Il presidente della giunta per le elezioni Andrea Buquicchio dell’Idv, subentrato a Rocchino Muliere che si è dimesso come tutti gli altri democratici presidenti di commissioni, annuncia di aver chiesto la convocazione ad oltranza: «L’atteggiamento della maggioranza è ingiustificabile. A mio avviso non sono ammissibili ulteriori atteggiamenti dilatori da parte di chiunque». Secco anche il giudizio del capogruppo Pd Aldo Reschigna: «Michele Giovine ha reso impossibile il suo svolgimento e rappresenta innanzitutto un atto di disprezzo nei confronti delle istituzioni».
Il presidente del Consiglio Valerio Cattaneo ha accolto la richiesta di Buquicchio e convocato la riunione dei capigruppo per martedì prossimo. In quella sede si deciderà la data della prossima convocazione della giunta per le elezioni. I radicali attaccano sostenendo che i consiglieri del centrodestra hanno messo la legalità sotto i piedi e annunciano che valuteranno l’ipotesi di una denuncia in sede penale. Giulio Manfredi e Igor Boni rivolgono anche un quesito ai potenziali candidati del centrodestra Pichetto Porchietto e Pichetto: «Ci dicano se i Pensionati per Cota saranno ancora in lista». Michele Giovine offre a Cota le sue dimissioni: «Non riesco a capire il motivo di tanta cattiveria. A differenza dei quattro sottosegretari di Renzi indagati io non prendo un soldo, non costo un solo euro ai cittadini, non posso votare in aula e non ho alcun benefit». Poi conclude dicendo di essere disposto a presentare dimissioni formali: «Per quanto sia ridicolo potrei farlo. Da consigliere sospeso posso presentare le mie dimissioni e finiamola qui».

 

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