Il futuro dell'energia è a scuola

Dalla Rassegna stampa

Da quarant'anni facciamo politiche a sostegno delle rinnovabili e i risultati purtroppo (perchè anch'io sono ovviamente come tutti a favore delle rinnovabili, sarebbe stupido non esserlo) sono piuttosto deludenti.

L’80% è petrolio, poi ci sono gas e carbone. L' 80% sono fonti fossili soprattutto il petrolio. Le nuove rinnovabili che sono il fotovoltaico ed eolico sono una piccola percentuale, a meno del 2%. Poi abbiamo il nucleare, abbiamo l’idroelettrico che era una vera rinnovabile, ma anche questo conta intorno al 5%, poco. Poi ci sono quelle biomasse dei Paesi poveri che sono che sono scarti dell’agricoltura o dell’allevamento di animali e che causa danni perché viene respirato quando si brucia (perciò è negativo). Per quanto riguarda la crescita negli ultimi 12 anni, vedete che è aumentata tantissimo la domanda di energia globale, perché cresce tantissimo l’esigenza della gente di consumare energia. L’anno scorso è stato l’anno dell’energia economica per tutti e molta gente nel mondo non ce l’ha. Noi stiamo parlando di un problema di rinnovabili perché a livello globale ci sono troppe emissioni di CO2 causate dalle fonti fossili, perciò dobbiamo guardare al mondo e non solo all’Europa, che cosa che cosa sta facendo, dove è in corso una diminuzione sono d’accordo, ma sui risultati però sono molto scettico.

 
Nel mondo quello che cresce purtroppo per l’emissione di CO2 è il carbone che serve soprattutto a fare elettricità. Facciamo un focus su tutte le nuove rinnovabili su cui c’è questa sproporzione di attesa e di spesa, come il fotovoltaico anche le biomasse, rifiuti, bioliquidi per i trasporti o bioliquidi per usi elettrici. Il grosso sarà sempre per i prossimi anni il fossile, purtroppo per le emissioni che sono destinate ad aumentare. Risparmio energetico riguarda l’Europa che è un’area matura, dove c’è poca economia che cresce, in particolare in Italia e c’è poca energia elettrica. Per quello si può consumare di meno e per quello si possono fare queste rivoluzioni dell’energia distribuita come abbiamo visto in Danimarca dove ci sono 1,8 milioni di impianti. Ce l’abbiamo anche noi in Italia questa rivoluzione con il fotovoltaico. In corso tra qualche ora si celebrerà a Milano il Solar Expo e abbiamo più di 500.000 impianti che producono solo il 2- 5% dell’energia elettrica, meno del 2% dell’energia totale italiana. Uno sforzo immane per così poco. Anche il protocollo di Kyoto non ha funzionato granché e non avrebbe funzionato perché fuori si sono gli Stati Uniti, la Cina, l’India e tutti gli altri che consumano molto. È possibile arrivare al 100% entro il 2050? Secondo me non il 100%, è molto difficile anche aumentare le nuove rinnovabili oltre il 5-10%, perciò siamo ben lontani addirittura dal 100%.
 
Forse in Europa qualcosa si potrà fare di più, ma con dei costi enormi. La Germania che viene indicata come esempio di virtù che ha tuttora il 119% da fonti rinnovabili e ricordo nella produzione elettrica io in Italia posso vantare un 27% grazie anche all’idroelettrico, alle vecchie dighe che farle adesso sarebbe impossibile (il giro d’Italia passerà per il Vajont per celebrare quel terribile incidente del 1963, 50 anni fa). Quello e l’idroelettrico sono le grandi rinnovabili. Tornando alla Germania, che fa il 19%, che punta a questo fortissimo aumento e che l’ha fatto primo Paese al mondo, ha sempre però il 47% della sua produzione elettrica dalla linite prodotta nelle loro miniere. Hanno ancora un 17-18% prodotto da nucleare, hanno ancora 17 centrali aperte. Se vogliamo fare qualcosa sull’emissione di CO2, noi siamo partiti col protocollo di Kyoto firmato nel 1997, ma le basi erano state definite a Rio ne11992 (di cui abbiamo celebrato un anno fa il +20) e da allora le emissioni globali sono aumentate del 30% e, ripeto, chi è aumentato di più è il carbone.
 
È vero che bisogna guardare al futuro, ma per capire dove andiamo la prima cosa che guardo è il passato. Lo sforzo è stato immane. Non voglio essere pessimista su certe tecnologie come il fotovoltaico e l’eolico c’è tutto il problema delle reti, già adesso intelligenti perché sono super-sofisticate ed è difficile far posto all’intermittenza delle rinnovabili. Tuttavia credo che ci sarà bisogno ancora per molto tempo di petrolio, carbone e gas perché quello che riescono a dare in termini di energia condensata in un piccolo volume, cioè la concentrazione dell’energia quello che conta oltre che la qualità. Purtroppo le fonti fossili continuano a emettere CO2. questo il vero problema. Sulla disponibilità di risorse di petrolio e di gas, quanto ce ne sia e quanto costi ancora in futuro: le riserve di petrolio nel 1950 erano attese a durare 13 anni. Adesso siamo in aumento da qualche anno, siamo intorno ai 50. E poi c’è questa rivoluzione americana, che è molto dibattuta a livello ambientale. Di fossili ce ne sono ancora, il problema è che inquinano. Le alternative sono poche. Io vedo come alternativa più importante la penetrazione del gas al posto del carbone. Come abbiamo fatto noi in Italia che a contribuito alla riduzione delle emissioni che potrebbe essere fatto in molti altri Paesi. 
 

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