Fuori Giovine da Palazzo Lascaris

Dalla Rassegna stampa

La Giunta per le Elezioni di Palazzo Lascaris è convocata per giovedì, alle 11. Dopo oltre tre mesi dalla sentenza definitiva che ha condannato Michele Giovine a due anni e otto mesi per falso elettorale, il Consiglio regionale del Piemonte potrebbe - con tutta la calma del caso – riuscire a ratificarne la decadenza.

Un provvedimento che peraltro è già stato preso a Gurro, il piccolo comune del Verbano in cui il leader dei Pensionati di centrodestra era stato eletto (sabato si è riunito il Consiglio comunale che ne ha decretato la decadenza e provveduto alla sostituzione) ma che per ora l’aula di via Alfieri ha preferito procrastinare. Il pronunciamento della Cassazione, che ha confermato la condanna di Giovine è avvenuto lo scorso 14 novembre; secondo quanto previsto dalla legge Severino sarebbe dovuto immediatamente decadere dalla carica di consigliere, dalla quale al momento risulta solo sospeso e sostituito da Sara Franchino, prima esclusa della lista “incriminata”. E così il protagonista dell’ascesa a piazza Castello di Roberto Cota, grazie ai suoi 27mila voti, e allo stesso tempo responsabile della sua decadenza dopo la sentenza per le firme false, rimane al centro del dibattito politico piemontese, mentre come nulla fosse, partecipa ai vertici della coalizione in cui si sta decidendo il prossimo candidato del centrodestra a sfidare Sergio Chiamparino.

Da settimane l’unico che tiene alta l’attenzione sul tema è il segretario dell’associazione radicale Aglietta Giulio Manfredi, secondo il quale «è del tutto evidente che ci troviamo di fronte ad un’omissione di atti d’ufficio». Grazie anche alle sue insistenze i due vice presidenti della Giunta, il dipietrista Andrea Buquicchio e l’alfaniano Francesco Toselli – coadiuvati dalla segretaria Rosanna Costa – hanno deciso di riunire nuovamente l’organismo per sancire la definitiva decadenza di Giovine. E dire che dovrebbe trattarsi di una semplice formalità, dovuta e imposta dalla legge, ma che finora ha trovato non poche resistenze non solo nella maggioranza di centrodestra (non si ricorda un intervento sul tema del Pd sulla questione). «Mi auguro – aggiunge Manfredi - che questa volta, a differenza della seduta del 31 gennaio scorso (in cui la maggioranza di centro-destra fece passare la sospensione della decisione su Giovine), tutti e dodici i consiglieri di opposizione siano presenti e che la consigliera Franchino – una dei 17 candidati della Lista “Pensionati per Cota” la cui accettazione di candidatura è stata riscontrata irregolare – abbia la decenza di non partecipare alla votazione».

 

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