Firme false alle Regionali Podestà rinviato a giudizio

Il presidente pdl della Provincia di Milano, Guido Podestà, è stato rinviato a giudizio dalla giudice Stefania Donadeo, insieme a 4 consiglieri provinciali milanesi (Massimo Turci, Barbara Calzavara, Nicolò Mardegan e Marco Martino) per «falso in atto pubblico» per le 926 firme false disconosciute dai teorici sottoscrittori delle liste dei candidati pdl alle elezioni regionali 201o. Grazie ad esse il partito di Berlusconi riuscì in extremis a presentare le liste che consentirono a Formigoni di raccogliere 2,7 milioni di voti e battere il pd Filippo Penati. Podestà, quale coordinatore regionale pdl, era accusato dal pm Alfredo Robledo di aver «indicato a Clotilde Strada», viceresponsabile elettorale del Pdl Lombardia ed ex assistente di Nicole Minetti che ha scelto di patteggiare 18 mesi, come fare: «Podestà sostiene Strada - mi disse: "Avete i certificati elettorali, usateli. Se ci saranno problemi sulla presentazione delle liste, sarebbe difficile sostenere il rinnovo dei contratti"» di collaborazione nel partito. «Al processo vi sarà modo di dimostrare la mia estraneità», ribatte Podestà. «Totale solidarietà» gli arriva da Formigoni, già condannato però per diffamazione dei Radicali per aver falsamente loro attribuito frodi elettorali: «Un'operazione mediatica tentata all'evidente fine di screditare i soggetti che avevano riscontrato gravi e penalmente rilevanti irregolarità nella raccolta delle firme», scrive ieri la giudice Carmen D'Elia nel motivare la condanna a 900 euro di multa e no mila euro di risarcimento al movimento di Pannella e ai radicali Cappato e Lipparini.
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