Firme false per le liste Formigoni, dieci indagati

Quasi 800 firme false sulle 3.800 presentate a sostegno della lista "Per la Lombardia" di Roberto Formigoni, che ha corso alle ultime elezioni e ha portato al Pirellone anche l'ex igienista dentale Nicole Minetti accusata di favoreggiamento della prostituzione nell'inchiesta Ruby. E ciò che ha accertato la Procura di Milano, che ha iscritto nel registro degli indagati una decina di consiglieri comunali e provinciali lombardi con l'accusa di falso ideologico. Le firme considerate false riguardano anche il listino provinciale milanese del Popolo della libertà.
I consiglieri hanno ricevuto un invito a comparire firmato dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo, che coordina l'inchiesta, nata anche a seguito di un esposto dei Radicali che avevano consegnato ai magistrati copia di circa 500 firme da loro ritenute false. Gli inquirenti però sono andati oltre e, con accertamenti a tappeto, hanno convocato centinaia di persone nell'ufficio del magistrato: messe davanti al loro nome scarabocchiato, hanno affermato di non aver mai firmato per le liste o tutt'al più di aver sottoscritto un'altra lista, dalla quale il loro nome sarebbe stato trasposto.
Già i giudici di Milano, dopo un controllo formale delle firme, avevano ritenuto fondate le proteste contenute nel ricorso dei Radicali, considerando non conformi 514 firme sulle 3.935 presentate. Numero sufficiente a far scivolare le adesioni sotto il minino previsto dalla legge per partecipare alle elezioni, cioè non meno di 3.500 e non più di 5.000.
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