Firme false per Formigoni, "i Radicali avevano ragione"

Dalla Rassegna stampa

Quelle firme erano false, i Radicali avevano ragione. Lo scrivono i giudici del tribunale civile che ieri hanno depositato il dispositivo della sentenza che dichiara irregolari 723 sottoscrizioni a sostegno della lista di Roberto Formigoni in occasione delle elezioni regionali del 2010. «Si tratta di un numero di firme false tale da invalidare la presentazione a suo tempo del listino che sosteneva la candidatura di Formigoni», spiegano Marco Cappato e Lorenzo Lipparini, gli attivisti della lista Bonino-Pannella che hanno sollevato il caso. La vicenda ha un triplo filone: dopo quella del tribunale civile, si attendono le decisioni della Procura sulle inchieste per diffamazione (lo stesso Formigoni) e per falso in atto pubblico (gli esponenti Pdl che raccolsero le firme, tra cui il presidente della Provincia Guido Podestà). Marco Cappato e Lorenzo Lipparini incassano il successo giudiziario e attaccano in perfetto stile «radicale»: «L’Italia è il Paese dell’impunità e dell’antidemocrazia. Il risultato è che colui che avrebbe dovuto andarsene a casa ora è al Senato e si appresta a votare il nuovo capo dello Stato. Nel frattempo i suoi soci di menzogne leghisti e pidiellini governano tranquilli la Lombardia».

Dalla vicenda firme false all’attualità del Pirellone, dove ieri si sono insediate le quattro commissioni consiliari «speciali». La «carceri», quella per i «rapporti con la Svizzera», quella per «il riordino delle autonomie» e «antimafia». Presidenti: Fabio Fanetti (lista Maroni), Francesca Brianza (Lega), Giulio Gallera (Pdl) e Gianni Girelli (Pd). L’«antimafia» è dunque l’unica commissione (su 12) che la maggioranza ha lasciato all’opposizione. Da segnalare poi che sul nome di Girelli sono confluiti anche i voti dei consiglieri grillini.

In contemporanea con l’insediamento delle commissioni, a Palazzo Lombardia è andato in scena un lungo faccia a faccia, prima della partenza di entrambi per Roma (sono grandi elettori del futuro presidente della Repubblica), tra Roberto Maroni e Mario Mantovani. All’ordine del giorno la questione dei sottosegretari da nominare nella prossima riunione di giunta (mercoledì prossimo). Per il Pdl rimane in pole position il sindaco di Basiglio Marco Cirillo (per la delega a Expo), mentre per l’altra casella si fa largo l’idea di premiare una donna. In casa Lega le acque sarebbero più agitate: alla fine potrebbero spuntarla Ugo Parolo e Lara Magoni, i due grandi delusi nella partita delle presidenze di commissione. Il numero uno e il numero due di Palazzo Lombardia hanno iniziato anche a ragionare della riforma delle Aler (le 13 sedi provinciali saranno commissariate) e delle future nomine nei cda in scadenza delle controllate.

 

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