Il finiano Della Vedova: disprezzo totale per le istituzioni "Bastonano Gianfranco perché siamo sotto elezioni"

Dalla Rassegna stampa

 «Premesso che io faccio il capogruppo, ma giro in motorino. Senza scorta. E sono felice di poterlo fare. Detto questo....»

Detto questo, Benedetto Della Vedova, capogruppo di Fli alla Camera, che giudizio dà a questa faccenda delle stanze prenotate per la scorta del presidente Fini?
«È un attacco alla polizia e alle istituzioni. Fini non c’entra nulla. Gli agenti che tutelano la terza carica dello Stato cosa dovrebbero fare? Dormire in auto?»

Magari qualche dubbio però se l’è posto, il ministro dell’Interno Cancellieri, dato che ha disposto un accertamento.
«Il ministro fa bene a sgomberare il campo dall’ambiguità. Ma la malafede in chi ha sollevato il caso è palese. Tutti sappiamo che modalità e organizzazione della sicurezza del presidente della Camera, del Senato, dell’ex presidente del Consiglio vengono decisi dagli organi di polizia. Le cariche istituzionali sono soggetti passivi, com’è giusto che sia».

Dunque cos’è stata? Una trappola?
«Fa tristezza vedere che giornali espressione del centrodestra, Foglio escluso, dopo vent’anni di berlusconismo continuano a mostrare il vero volto: quello anti-istituzionale. Gli agenti trattati come imboscati proprio dai giornali che usano sempre la retorica delle forze di polizia. Vivono nel culto del capo. E del manganello sugli avversari politici».

Torna lo spettro di una campagna in stile casa di Montecarlo?
«Io provengo da una storia liberale, radicale. Ma in Fini ho scoperto una persona per bene, curiosa, innovativa. E poi lo hanno rivoltato come un calzino, di lui si sa tutto».

Iniziata la campagna elettorale al veleno?
«Nel momento in cui si intravede un progetto politico competitivo rispetto all’eterno ritorno di Berlusconi, l’unico riflesso è l’aggressione strumentale».

Dice che temono la Cosa Bianca?
«La chiamerei la "Cosa seria". Quanto avvenuto è una ragione in più per costruire un progetto alternativo al centrodestra. Una cosa ambiziosa, nuova, che punti sull’innovazione, il rigore e l’unità. Sulla scia di quello che ha saputo fare Monti, che ha portato serietà e riforme in questo Paese».

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