Finanziamento ai partiti, salta l'intesa Pd-Pdl

Anche l’ultimo tentativo di mediazione è saltato. Sulla legge che abolisce i rimborsi pubblici ai partiti, l’accordo tra Pd e Pdl non c’è. Avevano già provato a portare la legge in Aula una decina di giorni fa, subito rispedita in Commissione affari costituzionali: ma ieri, anche l’ennesimo tentativo di trovare un compromesso sugli emendamenti al disegno di legge presentato dal governo in maggio (che introduce finanziamenti privati ai partiti attraverso detrazioni e 2 per mille volontario sul proprio reddito) è andato a vuoto, come certificato da una burrascosa riunione al Senato tra capigruppo di maggioranza e i due relatori del provvedimento, Mariastella Gelmini del Pdl ed Emanuele Fiano del Pd. Così, il testo arriverà in Aula oggi solo parzialmente modificato dalla Commissione, e Pd e Pdl possono ripresentare in quella sede gli emendamenti della discordia, su cui non s’è trovato l’accordo. La questione chiave su cui da mesi Fiano e Gelmini discutono, su cui è avvenuto ieri lo scontro nel corso del vertice in Senato, è l’ipotesi di un tetto alle donazioni dei privati, che il Pd vorrebbe fissare a 100mila euro e il Pdl non vuole. Nonostante i democratici abbiano fatto anche una proposta di mediazione: introdurlo solo dal 2015, oppure con una sorta di décalage, pari al 10% del bilancio il primo anno, al 5% il secondo e infine a 100mila euro. E poi c’è la questione di modificare - vorrebbe il Pdl la condotta che consente finanziamenti leciti: il Pd non vuole accettare la proposta perché teme possa influire su processi già in corso.
Altra questione che divide è quella relativa alle fideiussioni, in che modo cioè debbano rientrare nel conteggio delle erogazioni liberali. Mentre sull’emendamento cosiddetto «salva Forza Italia» una mediazione è possibile, purché anche i nuovi partiti, nati eventualmente dopo le elezioni, si assoggettino a regole di trasparenza. «Se arriva un testo del governo e il Pd presenta un emendamento che rimette tutto in discussione, è il Pd che disconosce quel testo», attacca il presidente della Commissione, il Pdl Francesca Paolo Sisto. Ribatte il relatore Mano: «Il Pd ha la coscienza a posto. Abbiamo compiuto in questi mesi ogni sforzo possibile perché il disegno di legge uscisse dalla Camera migliorato», ma, ribadisce, «non rinunceremo al principio, valido in tutta Europa, di porre un tetto ai finanziamenti privati». Il testo arriva in Aula oggi, e il M5S presenta una proposta di minoranza che prevede solo donazioni di privati, al massimo 5mila euro l’anno per ogni donatore. Il ministro Quagliariello auspica «collaborazione e responsabilità», ricordando le «conseguenze che produrrebbero» atti di rottura. Si vedrà oggi. Non è escluso che il governo possa intervenire con un maxiemendamento o anche con la fiducia.
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