Finanziamento ai partiti: pubblico o privato?

Dalla Rassegna stampa

SI

RISPONDE Mario Staderini, segretario dei Radicali italiani

Perché abolire il finanziamento pubblico ai partiti? Perché lo hanno deciso 31 milioni di italiani votando si al referendum radicale del 1993. Perché nonostante ciò, dal 1994 i partiti hanno incassato 2,7 miliardi di euro delle nostre tasse che sono serviti solo per tenere in vita gli apparati e alimentare il clientelismo. Perché se un partito deve farsi finanziare dai cittadini, farà politiche nel loro interesse anziché dei soliti potenti. No ai finanziamenti pubblici agli apparati di partito, sì alle donazioni con tetto massimo e solo dai cittadini, non dalle imprese: questo è il modello per voltare davvero pagina. Quello che lo Stato deve garantire a tutti i cittadini, non solo ai partiti, sono i servizi e quanto necessario per fare politica, ad esempio luoghi per assemblee, autenticatori per le raccolte firme, opportunità per far conoscere e pubblicizzare iniziative politiche. Non credete a chi dice che così la politica finirà in mano ai ricchi: Berlusconi è cresciuto come leader proprio negli anni in cui il finanziamento pubblico arrivava alle stelle. che dal 1974 ad oggi hanno stabilito, regolato e difeso l’esborso pubblico è l’obiettivo di uno dei 12 referendum promossi dai Radicali. Si può firmare entro settembre.

NO

RISPONDE Antonio Misiani, deputato e tesoriere del Pd

Il finanziamento dei partiti è un punto importante del funzionamento della democrazia. In Italia attraverso i rimborsi elettorali sono state distribuite ingenti risorse pubbliche in assenza di controlli efficaci, lasciando campo libero ai Lusi e ai Belsito (i tesorieri di Margherita e Lega nord coinvolti in scandali di malversazioni). La riforma del 2012 ha dimezzato i finanziamenti pubblici rafforzando trasparenza, controlli e sanzioni, ma le successive elezioni politiche hanno evidenziato come questo nodo sia rimasto aperto. Serve un nuovo intervento: non con un referendum abrogativo, ma con una nuova legge che attribuisca ai cittadini un ruolo centrale nel finanziamento e nella vita interna dei partiti, oltre a rafforzare i controlli. Il disegno di legge del governo Letta elimina il finanziamento pubblico diretto, valorizzando la libera scelta dei cittadini attraverso il 2x1000 e le donazioni private incentivate. È un modello condivisibile che vogliamo migliorare e rafforzare in Parlamento rispettando l’impegno di approvare la nuova legge in tempi certi e rapidi.

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