"Fate presto", appello di 30 deputati

Dalla Rassegna stampa

La lettera-appello il governo l'ha ricevuta giovedì scorso. Ma ancora ieri, sentito in audizione al Senato, il ministro Corrado Passera sul "disastro" dei debiti della Pubblica amministrazione con le imprese italiane ha detto solo che cosa non si può fare. Non si può usare la Cassa depositi e prestiti perché si mettono a rischio i conti dello Stato. Non si possono nemmeno emettere titoli di Stato perché "sarebbero debito pubblico".

Quindi? "Dobbiamo trovare dei modi per procedere al ripagamento del passato senza rimettere in discussione gli obiettivi del pareggio". Finora hanno trovato 5 miliardi, ma ne servono almeno altri 60, anche se c'è chi arriva a calcolare debiti per 90 miliardi di curo. E servono in fretta perché ci sono centinaia di aziende in crisi di liquidità, che rischiano di chiudere perché nessuno paga il lavoro che hanno fatto.

Ce lo dice anche l'Unione europea, ma noi da sei mesi aspettiamo a recepire quella direttiva. Scade nel marzo 2013 e il ministro Passera assicura solo che proveremo a farla nostra "in anticipo rispetto alla scadenza".

Sono le uniche risposte che ha saputo dare alla lettera-appello che a lui e a Monti è arrivata una settimana fa. A scriverla sono trenta deputati di tutte le forze politiche, capitanati dal Radicale Marco Beltrandi e dal Pd Antonio Misiani. Il primo da lunedì a mezzanotte è in sciopero della fame. L'altro si affanna a spiegare le ragioni di una battaglia "che va avanti da più di un anno, anche se nessuno ne parla". Racconta degli "enormi ritardi nei pagamenti" che hanno messo in crisi le piccole imprese italiane. Non le paga lo Stato e non le pagano le grandi aziende, a cui sono costrette, loro malgrado, a fare da "banca". "Si tratta di decine di miliardi di curo di crediti non saldati - spiega Misiani - La Cgia di Mestre ci dice che un terzo dei fallimenti riguarda imprese che sulla carta sono economicamente sane, ma che nella pratica non riescono a riscuotere crediti". Beltrandi e Misiani hanno presentato una proposta di legge per il recepimento immediato della direttiva europea. governo sostiene che il pagamento dei ritardi della Pubblica amministrazione provocherebbe ricadute su conti pubblici. Si può vedere di procedere in maniera graduale - ha spiegato a Radio Radicale - va bene tutto purché si esca dal disastro in cui ci ritroviamo adesso. Ma sulle transazioni tra privati il governo ha il dovere di intervenire immediatamente, visto che non costa un curo allo Stato: ci sono grandi imprese che hanno contemporaneamente le casse piene e miliardi di curo di debiti".

La situazione più drammatica riguarda il settore della sanità, dove le imprese per incassare quanto dovuto "aspettano fino a 3-4 anni". Ma non è messa bene nemmeno l'edilizia: degli 800 mila posti di lavoro persi in Italia dall'inizio della crisi - denuncia l'Ance - 350 mila sono nelle aziende di costruzioni. Oggi il ministro Passera sarà sentito anche alla Camera per il question time. Il Pd Francesco Boccia ha già pronta la domanda: "Quali sono le linee che il governo intende seguire?". Se lo chiedono anche gli ispettori che Eurostat ha inviato a Roma per verificare se questi miliardi siano "solo" debito commerciale o se si è già trasformato in debito pubblico.

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