Eutanasia, un testimonial diaboliko

«Non solo Diabolik somministra la “dolce morte” a un malato inguaribile, ma addirittura lo vendica contro quelli che lo hanno fatto finire in carrozzina. E senza nulla guadagnarci. Così per puro buoncuore».
Rino Camilleri, «Il Giornale», 12 settembre
Anche Diabolik, dunque, fa la misera fine di molti trasgressivi per professione: si omologa imprigionandosi nel più rigoroso politically correct. Che cosa potrà essere veramente trasgressivo per un malato in carrozzina? Ad esempio, compiere un audace colpo insieme a Diabolik... Complicato? Troppo comodo, cari sceneggiatori, guadagnarsi il pane senza vere invenzioni narrative. Diabolik dunque inietta una sostanza letale al paralitico, versa una lacrima e si mette subito in caccia dei colpevoli. I due gesti, così ravvicinati, si assimilano e il secondo contagia il primo: sono entrambi atti di giustizia. Camilleri - ragguardevole la sua cultura diabolika - spiega come l'eroe nero delle sorelle Giussani non abbia saltato nemmeno una delle grandi battaglie ideologiche di moda, dal referendum sul divorzio all'elogio incondizionato della via cinese, maoista, alla felicità. Un testimonial di qualità. Diabolik accanto a Bonino, Pannella & c.: ci può stare, ci può stare.
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