Eterologa, quel che vale in Toscana per Saitta non Viale in Piemonte

Dalla Rassegna stampa

Nulla di nuovo sul fronte della fecondazione eterologa. Questo, in sintesi, quanto dirà in giunta l’assessore alla Sanità Antonio Saitta, confermando quanto aveva espresso una decina di giorni fa, vale a dire che «la materia è obiettivamente di competenza nazionale e con risvolti etici delicatissimi e pertanto serve un intervento normativo del Governo che sappia uniformare procedure e costi», aggiungendo che se ne sarebbe riparlato a settembre, visto che se è vero che «le Regioni hanno la competenza sulla sanità» è altrettanto vero che sul tema «serve un confronto col Governo e Parlamento». Settembre non è ancora arrivato, i confronti con il Governo, tantomeno con il Parlamento, non sono neppure incominciati e quindi, per quanto riguarda il Piemonte, nulla è cambiato da quando la questione è esplosa in seguito alla decisione dell’esecutivo Renzi di attribuire al Parlamento la regolamentazione della materia.

Speranza delusa per Silvio Viale. Il ginecologo radicale eletto in consiglio comunale a Torino nelle liste del Pd, ancora oggi in una nota aveva auspicato una presa di posizione di Saitta e dello stesso Sergio Chiamparino, che, invece, non ci sarà. «Mi aspetto un via libera, almeno per quanto riguarda la raccolta delle disponibilità dei donatori. Infatti, indipendentemente da quali saranno le prescrizioni regionali, nulla vieta che oltre alla richiesta delle coppie riceventi l’Ospedale Sant’Anna e i centri pubblici possano raccogliere i nominativi delle persone disposte a donare i propri gameti. Mi aspetto da Saitta proposte tese a garantire il rispetto della sentenza della Corte Costituzionale». Attese vane, come si è detto, quelle di Viale, giacché l’intendimento dell’assessore e della giunta è quello di rispettare la road map data, ovvero passare da quel confronto con il Governo e, poi, uniformare la decisione con quella delle altre Regioni, eccezion fatta ovviamente per la Toscana.

La vis polemica di Viale o, se si vuole, lo sprone alla giunta per seguire l’esempio toscano, aveva tirato anche in ballo la vicenda dell’astensione da parte di Antonio Saitta al referendum indetto nel 2005: «Il cittadino Saitta si astenne al referendum, l’assessore Saitta non può astenersi oggi», attacca l’esponente radicale. Che, a supporto della sua tesi, ricorda come «sono almeno un migliaio le coppie piemontesi interessate all’eterologa e molte sono già di fatto in lista di attesa. Si tratta di non perdere tempo dei non far perdere tempo. Per questo credo che il Piemonte debba fare come la Toscana ed autorizzare i centri pubblici ad iniziare a reclutare le disponibilità dei donatori».

Il messaggio di Viale a Chiamparino contiene ancora un riferimento all’astensione dal referendum da parte di Saitta che, per il papà della Ru486, da sempre in prima linea su temi di bioetica, potrebbe «non aiutare» il governatore a «dare una risposta ai piemontesi sulla base delle sensibilità sue e della sua maggioranza. Scindendo il ruolo di Presidente dei Presidenti, che deve necessariamente trovare punti di caduta comune tra presidenti diversi, da quello di Governatore dei Piemontesi». All’assessore alla Sanità, Viale si rivolge invitandolo a «riflettere sul fatto che in questi anni centinaia di piemontesi sono nati negli ospedali piemontesi grazie alle tecniche di fecondazione assistita eterologa praticate all’estero. Non mi risulta che ci sia mai stato un caso di segnalazione alle autorità giudiziarie o un atteggiamento di contrasto da parte dei sanitari piemontesi». Quindi l’auspicio: «Mi aspetto che Saitta non vada contro questo sentimento comune degli operatori sanitari piemontesi». Desiderio deluso. La comunicazione sull’eterologa in giunta sarà, quasi certamente, una questione da liquidare in una manciata di secondi e di parole. Gli incontri e il confronto con il ministero non sono ancora in calendario. Tutto è fermo a prima delle vacanze ferragostane. E settembre ancora non è arrivato. Come direbbe qualcuno, Viale se ne farà una ragione.

 

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