Emma e le altre, la carica delle donne

Dalla Rassegna stampa

Il 20 aprile aveva affidato a Twitter la sua amarezza sull’esito del voto per il Quirinale. «Senza spocchia o arroganza, questo Paese aveva un’altra possibilità, e una possibile presidente» aveva scritto Emma Bonino, storica esponente radicale, figura tra le più prestigiose della politica italiana in campo internazionale, fino all’ultimo giorno in cima al gradimento degli italiani per la successione a Giorgio Napolitano. Sette giorni dopo l’ex commissario europeo ed ex ministro viene chiamata a guidare il ministero degli Esteri e a governare la diplomazia italiana alle prese con la crisi dei rapporti con l’India per la vicenda dei marò e con la gravissima recessione economica. «Non dirò niente prima dei giuramento, sarebbe indelicato» è il suo unico commento, mentre Marco Pannella esulta: «Finalmente un governo che non ha paura della popolarità anti-populista di cui gode da oltre 15 anni Emma».

Il nuovo premier saluta «il record» del suo governo, con sette ministri donne, e affida loro ruoli di primo piano. «Ma l’Italia aveva avuto un governo con sette donne in ministeri chiave, sette donne preparate e capaci» esulta il movimento “Se non ora quando”. «Un governo con un tale record di presenza femminile in un momento cosi critico è una scelta forte e coraggiosa» dice Lella Golfo, presidente della Fondazione Marisa Bellisario. Accanto alla leader radicale, pasionaria dei diritti civili, grande esperta di Medioriente, rientra in squadra Annamaria Cancellieri, prefetto di ferro, la civil servant da quarant’anni al servizio dello Stato, che trasloca dall’Interno alla Giustizia, casella strategica in cui viene collocata con ruolo di garanzia. Quando nel 2010, dopo essere stata commissario a Bologna dopo le dimissioni del sindaco le venne chiesto di candidarsi in una lista civica di centrodestra dichiarò senza esitazioni: «Sono indisponibile a essere espressione di qualsiasi schieramento politico locale o nazionale».

Con Bonino e Cancellieri, uniche ad avere già avuto un incarico di governo, esordiscono cinque volti nuovi: la campionessa olimpica Josefa Idem, che guiderà il ministero delle Pari Opportunità e dello Sport; Cecile Kyenge, il medico africano che lotta per il diritto di cittadinanza dei figli degli immigrati, primo ministro di colore della Repubblica, all’Integrazione, mentre guiderà l’Istruzione Anna Chiara Carrozza, ex rettore della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, scienziata esperta in robotica, eletta in parlamento come Idem e Kyenge nelle file del Partito democratico. Con loro due giovani e combattive esponenti del Pdl: Nunzia De Girolamo, avvocato trentasettenne, protagonista nel 2011 di un matrimonio-evento con l’avversario politico Francesco Boccia, parlamentare Pd, che guiderà le Politiche agricole, e Beatrice Lorenzin, 42 anni, ministro della Salute, un cursus politico tutto dentro Forza Italia prima, nel Pdl poi, che nel suo curriculum ha però anche l’iscrizione a “Vedrò”, il think thank promosso dal premier.

Josefa Idem, otto olimpiadi, oro a Sydney nella canoa, un monumento dello sport italiano, ammette: «Mi tremano le mani, c’è tanta emozione per la fiducia che Letta ha riposto in me. Adesso bisogna rimboccarsi le maniche». Lo sport è in festa, arrivano gli auguri dei dirigenti e dei colleghi, come Valentina Vezzali, Federica Pellegrini, Sara Simeoni. Allo stesso modo il mondo scientifico saluta con soddisfazione la nomina di Carrozza: «È una grande occasione per la scienza italiana» commenta il presidente dell’Infn Fernando Ferroni. «Metto a disposizione la mia esperienza - sono le prime parole del ministro - per convincere gli italiani che istruzione e conoscenza sono pedine fondamentali per la ripresa dell’Italia».

 

© 2013 LA NUOVA SARDEGNA. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK

Ti potrebbe interessare anche:

Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani   A Roma e Milano ci siamo assunti la responsabilità di un simbolo e di una lista Radicale, pur in condizioni difficilissime di contesto politico e interne all'area radicale, convinti come siamo che il nostro impegno non possa...
"2606 persone hanno scritto il mio nome sulla scheda. Numeri da signore delle preferenze! Eppure non ho aiutato nessuno a ottenere permessi per costruire attici in centro o licenze da ambulante. Non ho promesso fondi o sedi ad associazioni. Non vi ho neppure promesso una mano a fare la...
Dichiarazione di Giulio Manfredi, segretario dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta: "La sentenza di oggi con cui il Tar del Piemonte ammette il ricorso principale e rinvia il processo al 9 luglio per poter acquisire tutti gli elementi utili, a partire dall'esame reale delle firme contestate...