Emma al Colle divide le donne, a destra e a sinistra

Dalla Rassegna stampa

Se l’Italia è pronta per una donna al Quirinale, il prossimo capo dello Stato avrà il volto di Emma Bonino. O almeno, così sembrano suggerire ì sondaggi che si rincorrono in queste ore sui siti d’informazione. Proprio come accadde nel 1999: tutti a ripetere "Emma for president", quando poi al Colle ci finì sul velluto Carlo Azeglio Ciampi. Il Paese sente la questione di genere come baluardo di civiltà ma poi il voto parlamentare è un’altra storia. E sulla candidatura della lady di ferro radicale - già sostenuta più o meno esplicitamente da Psi e Lega - dentro le Camere si dividono innanzi tutto le donne.

In casa Pdl, ieri Michaela Biancofiore si è schierata con Mara Carfagna a favore dell’ex vicepresidente del Senato: «Bonino divenne commissario europeo con l’appoggio del primo governo Berlusconi ma si è candidata alla Regione Lazio per il centrosinistra», ha ricordato in un’intervista al Clandesti- noweb. Sarebbe, insomma, la presidente di tutti. Per la collega parlamentare azzurra Daniela Santanchè questo non è un buon argomento, perché anche Monti andò a Bruxelles per volontà del Cavaliere e «poi abbiamo visto tutti com’è finita...». «Sarei favorevolissima a una donna al Quirinale ma la vorrei dì centrodestra - spiega Santanchè - Alle mie colleghe di partito ricordo un comandamento scolpito nella pietra: non desiderare la donna d’altri».

Sulla stessa linea è l’ex rivale di Bonino (ed eletta) alla presidenza della Regione Renata Polverini, ora a Montecitorio: «Emma ha combattuto con forza e caparbietà battaglie importanti su ideali che non condivido - dice - ed è proprio sull’aspetto valoriale che non credo possa ricoprire un ruolo di garanzia».

Alcune parlamentari del Partito democratico la pensano diversamente. Come la filosofa Michela Marzano: «Bonino è una donna di grandi esperienza, in Italia e all’estero. Metterebbe insieme il criterio di competenza e quello di merito con un segnale di rinnovamento». Ne sembra convinta, pur senza sbottonarsi troppo, anche Alessandra Moretti. «Come donna mi auguro che nella rosa dei papabili ci sia anche una figura femminile, e nei confronti di Emma Bonino nutro personalmente grande stima», afferma la portavoce della campagna Bersani. La renziana Simona Bonafè invece preferisce non sbilanciarsi sui nomi. «Posso solo tracciare un identikit: serve una figura di grande caratura morale che possa ottenere il più ampio e trasversale consenso», recita l’onorevole del Pd.

Perciò la senatrice Alessandra Mussolini (Pdl) la scavalca a sinistra: «Bonino è persona degnissima, ma allora perché non candidare Anna Finocchiaro? Una donna al Quirinale sarebbe un segnale ben preciso, più che mai necessario. Basti pensare alle recenti consultazioni: se le sono fatte fra uomini, senza cavarne un ragno dal buco».

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