Eluana, soldi pubblici nel film?

Dalla Rassegna stampa

Nessuno a Udine e in Friuli Venezia Giulia riesce a dimenticare Eluana Englaro e il suo dramma. Il 9 febbraio cadrà il terzo anniversario della morte, alla quale è stata accompagnata alla "Quiete", la principale casa di riposo del capoluogo friulano. Ma tre giorni prima, sempre a Udine, sarà girato il primo ciak di un film sulla storia di questa giovane, vista però dall'ottica di chi non si è indignato per quella fine, anzi. Il regista è Marco Bellocchio. L'altra sera, il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha votato un ordine del giorno che impegna la Regione a non dare un euro di cofinanziamento della produzione. Nelle settimane scorse, infatti, era corsa l'indiscrezione di un possibile contributo, anche molto sostanzioso.

I cattolici presenti nei partiti della maggioranza (Pdl, lega Nord, dc, Pensionati) e quelli del Pd (non tutti), che si trova all'opposizione, hanno trovato l'auspicata unità sui valori, firmando il documento, insieme ad altri colleghi laici e, in aula, hanno trovato piena soddisfazione. L'ordine del giorno, infatti, «impegna la Regione a non concedere alcun finanziamento per produzioni cinematografiche che non presentino rigorosamente le caratteristiche volute dalla legge 21 del 6 novembre 2006 e dal regolamento di attuazione della medesima legge pubblicati dal Bur n. 45 dell'8 novembre 2006, e in particolare il preannunciato film su Eluana Englaro, in quanto non rientrante in alcun modo nelle finalità della predetta legge, al fine esclusivo di non strumentalizzare una drammatica vicenda umana, il cui epilogo ha profondamente scosso e diviso l'opinione pubblica regionale e nazionale». La legge regionale 21, infatti, sostiene la produzione cinematografica inerente il territorio del Friuli Venezia Giulia, come forma di espressione artistica e culturale e quale strumento di comunicazione sociale che concorre in modo rilevante all'educazione delle giovani generazioni e alla crescita civile della comunità, nonché allo sviluppo di relazioni culturali e di cooperazione della società regionale con i Paesi vicini ed in ambito internazionale.

Ma in Consiglio regionale si è fatta un'altra considerazione: l'intera linea di spesa prevista dalla legge 21 potrebbe costituire aiuto di Stato, per cui la legge stessa dovrebbe essere interamente rivista. In ogni caso, due sono i presupposti da cui partire. Il primo (lo scrivono anche i firmatari): «Non vanno strumentalizzate in alcun modo vicende relative a un dramma come quello vissuto da Eluana Englaro; bisogna essere rispettosi delle pur diverse posizioni e sensibilità emerse in questa circostanza». Il secondo: chi ha coraggio di dire di no ai familiari di persone in stato vegetativo del Friuli Venezia Giulia o in condizioni di inabilità, ma pur sempre vive, che nei giorni scorsi hanno implorato maggiori sostegni per le loro condizioni di precarietà?

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