Il dispotismo di Grillo riguarda tutti noi

Dalla Rassegna stampa

 Si dice che è inutile mettere becco sulla (non) vita democratica interna dei partiti, perché i partiti sono associazioni volontarie. Se il capo impone ai suoi apostoli di indossare calze viola bucate, fatti loro. Giusto. Ma i partiti non sono una bocciofila e neanche un circolo che esclude le donne. Concorrono alle elezioni per formare un governo e decidere delle sorti dei cittadini. E allora sono fatti nostri, se sono organizzati come feudi in cui il signore decide per tutti. Meglio non fidarsi. Tranne il Pd, che prima della sfida di Renzi cadeva nel vizio opposto e si dilaniava tra oligarchie in perenne, astiosa rivalità, tutti gli altri partiti, vecchi e nuovi, sono totalmente digiuni di vita democratica interna.

Grillo impone ai suoi adoranti seguaci di disertare la tv: ci vuole andare solo lui, senza domande e interlocuzioni, e fa linciare via web chi osa dissentire. Il Pdl è un partito succube della volontà incondizionata del suo onnipotente creatore e chi molesta con qualche critica viene trattato come Fini a suo tempo: fuori, radiato, espulso. La Lega si è trasformata in un clan familista in cui la volontà politica era nella disponibilità di un «cerchio magico» emanazione del capo, ora epurato dalla nuova, insindacabile dirigenza.

L'Idv di Pietro non è mai stato in grado di distinguere tra le abitazioni del capo e dei suoi cari e le sedi di partito: sempre stato così, come malcostume I partiti e la loro vita democratica interna non sono una bocciofila o un circolo privato sia pur senza reato, anche senza le magnifiche e aggiornatissime inchieste di Report. E come si decidono le sorti dell'Udc, forse in qualche organo collegiale distinto dalla persona fisica di Pier Ferdinando Casini? E purtroppo non abbiamo mai conosciuto un solo momento della lunga e gloriosa vita del Partito radicale, peraltro fitta di congressi e appuntamenti «democratici», in cui la fluviale e incontrastata parola di Marco Pannella fosse messa seriamente in discussione.

Ecco perché il surplus di dispotismo interno che domina la vita del neopartito di Grillo non può essere liquidato come un affare interno da affrontare tra le mura di un'associazione di volontari. Vi fidereste voi di un club degli scacchi che praticasse per principio l'esclusione delle donne da quel prestigioso circolo? Ecco, un capo che vuole carta bianca con la firma delle dimissioni dai suoi eletti deve avere per forza una concezione personalistica e poco affidabile della democrazia.

Dovrebbe essere chiaro a tutti, anche alle trasmissioni tv che si genuflettono pateticamente davanti a ogni strillo Grillo furioso e ai giornalisti alla moda che si vantano di battersi temerari contro ogni potere e già stanno diventando grigi funzionari dell'ufficio stampa e propaganda del movimento grillino. Invece no, stavolta si è molto indulgenti contro le intemperanze del leader di un movimento che una reproba ha paragonato a Scientology. Meglio tardi che mai.

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