Diritti civili: la proposta di Amnesty

L'idea di Amnesty International di proporre ai candidati un decalogo sui diritti civili è già stata accolta da alcuni protagonisti della contesa elettorale. È un fatto positivo, ma temo che ci sia ancora molto lavoro da fare perché l'impegno sui diritti civili diventi patrimonio comune della politica italiana. Impegnato da tempo su questi argomenti, ho potuto constatare che nella legislatura appena conclusa c'è stata una larga convergenza su questioni come l'abolizione della pena di morte o la lotta contro la violenza sulle donne, mentre su tanti altri ci sono stati duri scontri: l'introduzione del reato di tortura nel Codice Penale (è passata la ratifica del protocollo Onu, ma non la legge), la difesa dei diritti dei migranti e dei rifugiati (che dire dell'approvazione del trattato di amicizia Italia-Libia, cui ci siamo opposti in pochi?) o il nuovo trattato per il controllo delle armi. E abbiamo visto che su questioni che riguardano l'integrazione di altri popoli siamo andati incontro al fallimento anche per l'opposizione del governo. Penso che impegnarsi nella difesa dei diritti umani non possa essere considerato un «qualcosa in più», una sorta di optional rispetto alla tematica centrale di questa campagna elettorale (la grave crisi economica e sociale che sta attraversando il nostro Paese). Bene, dunque, l'iniziativa di Amnesty.
on. Matteo Mecacci, presidente Commissione diritti umani Osce
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