Dibattito fermo sul testamento biologico

Dalla Rassegna stampa

«Abbiamo messo in campo oltre alla legge sul lavoro anche una norma sulle unioni civili e sullo ius soli. Un altro impegno che aveva preso Pier Luigi Bersani». È orgoglioso, Matteo Renzi, della svolta sui diritti civili annunciata domenica in diretta tv. E ieri ha ribadito alla direzione del Pd che non tralascerà di portare all’attenzione del Parlamento temi che in passato hanno tenute impegnate le Camere senza approdare a un risultato finale. Il premier si sbilancia: «Sullo "ius soli temperato" è possibile una mediazione alta», ripete di fronte al quartier generale del suo partito. Convinto di scaldare il cuore promettendo di superare quella discriminazione che da Barbara D’Urso ha identificato con un esempio comprensibile a tutti gli italiani: Mario Balotelli. Nei giorni roventi dello scontro fra il sindaco di Roma Ignazio Marino e il Viminale, annuncia anche l’arrivo di norme che renderebbero vano e superato quel braccio di ferro sulla registrazione delle coppie gay. Anticipa anche una legge sul terzo settore. Ma non accenna a questioni più spinose dal punto di vista etico come la legge sul «fine vita» o sull’eutanasia.

Non si è neppure avvicinata ai blocchi di partenza dei lavori parlamentari la legge sul tema del fine vita. A più riprese il presidente Napolitano ha sollecitato l’avvio di un «sereno e approfondito confronto di idee sulla materia». Richiamo ignorato. Nel settembre del 2013 è stato depositato il testo di iniziativa popolare (circa 70 mila firme) promosso dai Radicali con il coordinamento di Marco Cappato. In una lettera al congresso dell’Associazione Luca Coscioni lo scorso maggio la presidente della Camera ha ribadito che sui diritti civili esiste «nella politica e nelle istituzioni un vistoso ritardo rispetto alla maturazione che tali questioni hanno avuto nella società italiana».

Molti gruppi parlamentari hanno presentato proposte di legge su eutanasia (i Radicali ne chiedono la legalizzazione in certe condizioni di malattia), testamento biologico (lo strumento che permette a ciascun cittadino cosciente di esprimere le sue volontà quando non potrà farlo personalmente) e accanimento terapeutico. In Senato la Commissione Sanità ha abbozzato un dibattito che si è spento quasi subito e senza risultati. Nessuna prospettiva di uscire dalla fase di stallo. L’ultimo tentativo di arrivare a un testo sulle disposizioni di fine vita risale alla scorsa legislatura.

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