Da oggi la Croazia è in Europa «Si apre un ponte sui Balcani»

Dalla Rassegna stampa

ALLO SCOCCARE della mezzanotte, i fuochi d’artificio hanno illuminato il cielo sopra Zagabria, mentre l’Inno alla Gioia di Beethoven avvolgeva con le sue note travolgenti strade e piazze della città. Affollata quella principale, piazza Bano Jelacic, la più grande del Paese, per la presenza anche di molti ospiti illustri, 180 in tutto, tra capi di Stato, premier e ministri. Ma in Croazia la crisi morde, la gente è preoccupata e quindi festa sì, ma con moderazione per l’ingresso nell’Unione europea, avvenuto ufficialmente alla mezzanotte del 1 ° luglio. E il ventottesimo stato membro, il secondo della ex Jugoslavia, dopo la Slovenia. Per i festeggiamenti sono arrivati a Zagabria molti leader internazionali tra i quali il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso e il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz. Presenti per l’Italia, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il ministro degli Esteri, Emma Bonino. «Nello sviluppare capacità di stabilizzazione per una regione così importante come i Balcani occidentali e nel mantenere un dialogo costruttivo con i Paesi confinanti e vicini, la Croazia ha saputo conquistare la fiducia europea. L’appartenenza all’Unione ne rafforzerà questo ruolo. E l’Italia continuerà a sostenerlo», ha sottolineato il capo dello Stato. «Radici profonde uniscono i nostri popoli - ha ricordato ancora il presidente Napolitano e ci assegnano anche il dovere di ricordare le tragedie e le divisoni causate dalle ideologie totalitarie e dal più cieco nazionalismo nel secolo scorso».

UN RICHIAMO, quello di Napolitano, alla tragedia degli esuli italiani da Istria, da Fiume e dalla Dalmazia. L’Associazione che li rappresenta, giudica positivamente l’ingresso della Croazia nella Ue. «Si chiude definitivamente un ciclo nefasto di odi e di inimicizie - sottolinea l’Associazione degli esuli - che per il popolo istriano, fiumano e dalmata ha trovato il culmine nei massacri delle Foibe, nell’oppressione del regime di Tito, nell’esodo di 350 mila italiani». La Croazia è il primo Paese a entrare nell’Ue dopo l’adesione di Bulgaria e Romania nel 2007 e si tratta di una svolta storica per il piccolo Stato dei Balcani che, dopo avere dichiarato l’indipendenza dall’ex Jugoslavia nel 1991, fu devastato da una terribile guerra. Paese con standard di vita bassi, corruzione radicata, un tasso di disoccupazione intorno al 20 per cento, è il terzo più povero dell’Unione europea dopo Bulgaria e Romania. Con l’ingresso nella Ue, vengono tolte le frontiere con Slovenia e Ungheria (già nell’Unione europea), mentre verranno messi cartelli e bandiere dell’Ue lungo i confini con gli Stati vicini non membri, cioè Bosnia, Serbia e Montenegro. Festeggiamenti, dunque, ma senza esagerazioni. «La situazione generale non è brillante, dobbiamo sviluppare l’economia - ha spiegato il presidente croato Josipovic - impegnarci per i disoccupati e non c’è tempo né denaro per grandi celebrazioni».

 

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