Così finisce una legislatura

Sarà anche vero che il peggio non è mai morto, ma risulta difficile immaginare che si possa rimpiangere qualcosa della legislatura regionale che si è chiusa ieri. Tre assessori (uno in carica e due ex) finiti in carcere, una quarantina di consiglieri indagati, 17 inchieste giudiziarie aperte dalla magistratura, per una serie di reati che vanno dalla corruzione al concorso in associazione mafiosa, dal voto di scambio alla bancarotta, dal favoreggiamento della prostituzione alla diffamazione, dal finanziamento illecito al peculato e via elencando. Alla notizia dell'ultima inchiesta, quella che ha coinvolto il direttore generale della Sanità, Lucchina, il presidente Formigoni, a sua volta indagato per corruzione nella vicenda Maugeri, ha minimizzato: «Si tratta dell'ennesima montatura contro Regione Lombardia». Per lui era una montatura anche la denuncia dei radicali per le firme false con le quali era stato presentato alle elezioni il suo listino (quello, per intenderci, che ha consentito alla Minetti di essere eletta senza passare attraverso le preferenze). Di più: il governatore aveva ipotizzato che fossero stati gli stessi radicali a manipolare i documenti. Pura diffamazione, hanno stabilito i giudici. E hanno condannato Formigoni a un risarcimento di 110 mila euro proprio a favore di Pannella e compagni.
Anche di fronte alla tempesta giudiziaria sulle spese folli dei consiglieri regionali, il presidente ha tentato di sminuire: prima si è detto certo che tutti avessero rispettato le regole, poi ha affermato che se abusi ci sono stati, essi ammontano al massimo al 5 per cento delle spese. Ma come si fa a sostenere che è tutto regolare quando ci si fanno rimborsare anche i «Mon chéri» comperati all'autogrill, le sigarette, le lattine di «Red Bull», la pizza al taglio, il conto del McDonald's e su, su fino ai ristoranti di lusso, addirittura un pranzo di nozze e persino 720 euro per le cartucce da caccia? Che cosa possono pensare i dipendenti regionali ai quali il mese scorso, causa spending review, è stato tagliato del trenta per cento il buono pasto, sceso da 10 a 7 euro? Come si fa a guardarli in faccia senza arrossire?
Sostenere che va sempre tutto bene, che non è successo niente, che è soltanto un complotto, sembra ormai diventato un riflesso automatico. La prima reazione è una solidarietà di casta che spesso si traduce in complicità. Subito dopo arriva la propaganda, a volte sfacciata e indecorosa. Mai una riflessione serena, franca, trasparente. Bisognerebbe fermarsi, cercare di capire, trovare tutti insieme gli antidoti contro questa malattia che avvelena le istituzioni. E invece il tema della legalità viene usato come un'arma contundente per colpire gli avversari politici. È questo che fa perdere credibilità agli uni e agli altri. È questo che non ci farà rimpiangere la «legislatura degli orrori» (come l'ha giustamente definita su queste colonne Andrea Senesi) che si è finalmente chiusa ieri con due anni e mezzo di anticipo. Al momento del commiato l'ex assessore Romano La Russa si è lasciato andare a una considerazione insolitamente schietta: «Se fosse vero la metà di quello che viene contestato, saremmo tutti da prendere a calci nel sedere». Ha ragione, ha proprio ragione.
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