Corti «creative» e mass media la nuova macchina per il consenso

S'è molto scritto e parlato sulla sorprendente sentenza con la quale giovedì scorso la prima Sezione Civile della Cassazione (la stessa che nel 2007 diede il via al tragico epilogo del caso Englaro) ha teorizzato che anche quelle composte da persone dello stesso sesso siano «famiglie», equiparabili in tutto a quelle naturali (ma sarebbe il caso di dire "costituzionali"). A lasciare più che perplessi, come Avvenire ha già detto, è l'idea che una Corte così autorevole possa "creare" diritto e non solo applicare quello consolidato e vigente, e lo faccia sulla base di considerazioni opinabili, con argomenti da editoriale ma non certo da sentenza. Meraviglia infine l'eco acritica che i media hanno fornito a un pronunciamento discutibile: perché alla fine quello che resta di queste operazioni giuridico-mediatiche è la sottile convinzione che "ormai" un caposaldo della nostra società sia stato irrimediabilmente divelto. E guai a chi dissente.
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