Contro Merkozy c'è un Monti di lotta (oltre a quello di governo)

Dalla Rassegna stampa

A metà gennaio, un vertice a Roma inaugurerà il nuovo anno diplomatico del presidente del Consiglio Mario Monti. La cancelliera tedesca, Angela Merkel, e il presidente francese, Nicolas Sarkozy, verranno a rendere omaggio al tecnopremier che hanno fortemente sostenuto dopo l'uscita di scena del Cav. Monti lo aveva annunciato al termine dell'ultimo Consiglio europeo dell'8 e 9 dicembre: dopo il vertice a tre di Strasburgo del 24 novembre, il trio tornerà a vedersi per discutere di tutto, comprese quelle misure - Eurobond e più risorse per il Fondo salva stati - che il "Merkozy" ha sempre rifiutato. Magari Monti cercherà anche di convincere Merkel e Sarkozy di riprendere a bordo il Regno Unito, perché lui preferirebbe un'Unione a ventisette, anziché la zona euro a velocità multiple che sta emergendo con la crisi. Magari suggerirà di portare un po' più di rispetto per le istituzioni e il metodo comunitario di cui lui è un fervente sostenitore. Perché, se il tecnopremier Monti pare decisamente allineato alle posizioni del direttorio a due Merkel-Sarkozy, l'euromilitante Monti ancora in questi giorni si permette di accusarli indirettamente di un "colpo dei capi di stato" franco-tedesco: un putsch intergovernativo dei leader europei che non risolverà la crisi della zona euro.

L'ex presidente della Bocconi è infatti uno dei fondatori più autorevoli dello Spinelli Group, un comitato di pressione animato dal presidente del gruppo liberale all'Europarlamento ed ex premier belga, Guy Verhofstadt. Il richiamo è ad Altiero Spinelli e, anche se alcuni spinelliani doc come Marco Pannella non sono stati invitati, c'è il gotha dell'attuale pensiero europeista. Sul sito dell'organizzazione, il nome di Monti compare al secondo posto, tra l'ex presidente della Commissione, Jacques Delors, e l'ex ministro degli Esteri tedesco, Joschka Fischer. Seguono Ulrich Beck, Amartya Sen, Eli Barnavi, Jean- Marc Ferry e Daniel Cohn-Bendit. Le riunioni sono mensili e il 16 novembre il gruppo ha festeggiato il fatto che "un membro dello Spinelli Group è stato nominato capo del governo italiano. È una buona notizia per l'impegno dell'Italia verso una visione più politica e più federale dell'Europa". Spesso l'associazione si riunisce in un "Consiglio europeo ombra" per marcare la sua distanza con i vertici ufficiali dei capi di stato e di governo. Il giudizio sul summit europeo dell'8 e 9 dicembre è netto: "La proposta del direttorio franco-tedesco che dovrebbe far uscire l'Europa dalla crisi non è una soluzione", dice un documento di dicembre dello Spinelli Group. “Parlare di mini modifica dei trattati è un bluff”. Il Merkozy è responsabile di un "colpo dei capi di stato".

Difficilmente, al vertice di Roma di metà gennaio, Monti potrà permettersi di fare l'euro-militante dello Spinelli Group. In fondo, Merkel e Sarkozy rimangono i suoi due grandi elettori. Privo di un mandato popolare e democratico, il tecnopremier deve fare i conti anche con la situazione dell'Italia sui mercati. Monti rischia di trovarsi nella stessa posizione in cui si trovò il Cav. al vertice del G20 di Cannes a inizio novembre: sotto pressione del duo Merkozy per accettare un prestito precauzionale del Fondo monetario internazionale. Prima della pausa natalizia, i ministri delle Finanze della zona euro hanno promesso 150 miliardi di prestiti al Fmi da destinare a linee di credito per i paesi europei in difficoltà. Il clima d'urgenza riguarda in particolar modo l'Italia, spiegano gli analisti, perché a gennaio comincia il vero test sui mercati. Nel 2012 il Tesoro deve rifinanziare oltre 360 miliardi di debito. Le scadenze di febbraio e marzo sfiorano i 100 miliardi. Con gli spread in salita, le pressioni europee per chiedere aiuto al Fmi si rafforzeranno: "L'Italia - dice al Foglio una fonte comunitaria - rischia di trovarsi in cima all'agenda del prossimo vertice europeo del 30 gennaio".

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